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Due pesi e due misure

Messina, cda partecipate: aumentano gli stipendi. Ed è polemica

martedì 14 Maggio 2024

In verità il quasi raddoppio delle indennità dei vertici delle partecipate risale ad inizio anno, ma la polemica è scoppiata nelle ultime settimane, al diffondersi della notizia.

Da gennaio 2024 i presidenti ed i cda delle società partecipate del Comune di Messina (Atm, Amam, Messina Social City, Messina Servizi Bene Comune, ArisMe e Patrimonio) che pure l’ex sindaco De Luca diceva di voler azzerare (e invece ne ha aggiunte tre….) e che considerava un bancomat, si sono visti lievitare gli stipendi. E’ stato lo stesso sindaco Federico Basile a comunicarlo nella seduta di MSC del 30 gennaio. Aumenti, così come da normativa ed al massimo consentito dalla legge e che adesso riguardano tutti: sindaco e assessori (i primi a farlo nel 2022), consiglieri comunali e partecipate. Complessivamente le 4 partecipate e le due aziende speciali costeranno quanto a indennità 200 mila euro in più l’anno.

IL QUASI RADDOPPIO

Nel dettaglio i presidenti di Atm Spa, Amam, Messinaservizi e Messina Social City passano da 27.549 euro a 48 mila euro lordi l’anno. I presidenti di Patrimonio Spa e Arismè arrivano a 36 mila euro lordi. Aumenti anche per i componenti dei Cda, che passano da 23.613 euro l’anno a 34 mila (i cda delle due aziende speciali arrivano a 28 mila euro lordi).

MA UN ANNO FA……

Il via libera agli aumenti è arrivato dopo il parere richiesto da Basile alla segretaria generale Rossana Carrubba che si è espressa positivamente, cambiando idea rispetto a quanto aveva scritto nel 2022 proprio relativamente agli aumenti delle indennità nelle partecipate quando esplose il caso di Alessia Giorgianni. Così se da un lato l’opposizione punta il dito sugli aumenti (paragonandoli al lievitare delle imposte) c’è chi ricorda proprio la vicenda Giorgianni e “due pesi e due misure”.

LA GOGNA DEL 2022

Riavvolgendo il nastro a fine novembre del 2022 il sindaco Basile, che già aveva adeguato agli aumenti il suo stipendio e quello degli assessori, mandò un preavviso di revoca dall’incarico all’allora presidente di ArisMe, Alessia Giorgianni (QUI) che aveva avviato l’iter per fare altrettanto nel cda dell’azienda speciale. Ne scaturì uno scontro con la presidente messa “alla gogna” (QUI). La segretaria generale nel parere affermò che le “nuove norme regionali sui compensi degli amministratori locali non possono avere refluenza sui compensi degli amministratori dei cda delle partecipate e delle aziende speciali”.

DUE PESI E DUE MISURE

Lo scontro tra il sindaco Basile e la presidente Giorgianni si concluse con le dimissioni di quest’ultima (QUI): “Il primo cittadino dovrebbe spiegare ai cittadini perché, dopo aver aumentato (discrezionalmente e non per obbligo di legge) di quasi il 50% il suo stipendio, pretende che tutti gli altri debbano rinunciare. Due pesi e due misure… Non intendo diventare capro espiatorio sulla questione dell’aggiornamento selettivo delle indennità”.

Tutto questo accadeva a fine 2022. Poco più di un anno dopo, mentre nel frattempo venivano adeguati anche i gettoni di presenza dei consiglieri comunali, arriva il consistente aumento ai vertici delle partecipate suffragato da parere positivo della segretaria generale con riferimento all’articolo 17 della legge 11 del 2010.

Le cifre peraltro sono anche più alte rispetto a quelle che la presidente Giorgianni aveva previsto.

LE POLEMICHE

A sollevare la polemica adesso sono stati l’associazione Rispetto, la coordinatrice regionale di +Europa Palmira Mancuso (che ha pure sollevato la questione dei tesseramenti a ScN di alcune assistenti sociali) e l’opposizione che ricorda come, da statuto, il movimento deluchiano preveda che chi ricopre cariche istituzionali debba mensilmente versare al partito il 15% dell’indennità. Per la verità è lo stesso Cateno De Luca che ricorda ad eventuali “smemorati” l’importanza del sostegno economico soprattutto adesso che si è in campagna elettorale. Infine c’è chi come il gruppo civico Rispetto Messina sottolinea gli aumenti delle imposte locali e non solo: “Da società di servizi a strumenti di potere – scrivono – Soggetti che con poca attenzione alle normative sulla “spending review”, mettono insieme un abnorme ampliamento del personale, motivato da esigenze di servizio, con l’incremento di affidamenti diretti di servizi e interventi a ditte esterne”.

Frattanto nessuno ricorda più della gogna social nei confronti di Alessia Giorgianni.

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