“Quello per la nostra lista è l’unico voto utile oggi possibile, perché è diretto ad una compagine politica che resterà. Nasciamo oggi da esperienze diverse tra loro ma che hanno tutte biografie di impegno civico e politico. Ma iniziamo un percorso che resterà anche dopo la campagna elettorale”.
Gino Sturniolo è emozionato nel presentare i 32 candidati della lista Messina in Comune, a sostegno della sua candidatura a sindaco.
Sul suo nome si sono ritrovati movimenti ed esponenti della sinistra, c’è Rifondazione Comunista e i no pontisti, c’è Antudo e Potere al Popolo, ci sono rappresentanti provenienti dall’esperienza di Cambiamo Messina dal basso (che portò all’elezione di Renato Accorinti sindaco) e il Partito Comunista, l’Unione inquilini e Azione civile.
“Io rivendico l’importanza di questo impegno politico- prosegue Sturniolo- La campagna elettorale in corso ha aspetti fastidiosi. C’è un’enorme capacità di spendere soldi da parte di qualcuno. Noi non contiamo sulla capacità economica, ma siamo i più forti sui contenuti. Non ci spaventa neanche il gran numero di liste che ogni candidato sindaco sta schierando, perché si cannibalizzano tra di loro. Il nostro punto di forza è avere un candidato sindaco e la sua lista.”
Prima di presentare i candidati della lista Messina in Comune Gino Sturniolo ha ringraziato il consigliere comunale Alessandro Russo (Pd) che ha dato il suo aiuto per la firma delle candidature e lo ha fatto al di là di ogni steccato politico.
E’ stata poi la volta dei candidati intervenire, in ordine alfabetico, nella sala della libreria Mondadori Ciofalo e spiegare il perché della scelta.
Ad aprire gli interventi Alessia Alessi, no pontista da sempre, attivista nel sociale, dalle tematiche per i migranti a quelle legate alla scuola ed ai rioni più difficili, come il Matteotti. Marina Barbera, studentessa universitaria, iscritta in lettere classiche, anche lei no pontista e molto attiva nel territorio. Santino Bonfiglio, Angela Cacciola: “neo pensionata, donna di sinistra mi sono sempre considerata un’attivista delle retrovie ma oggi voglio metterci la faccia perché il governo nazionale sta facendo politiche che affamano il popolo”.
Natalia Carcame, Antonio Cardia, Lucio Costa. In campo anche Antonio Currò (Unione Inquilini) che sarà assessore alle politiche abitative: “La nostra lista non è una somma di biografie, ma facciamo sintesi di storie diverse. Vogliamo irrompere sulla scena contro i partiti dei poteri forti. Al centro mettiamo la sofferenza abitativa e il diritto all’abitazione”.
Cristina Danaro, Alessandro Esposito, Michele Ferizaj. Dario Giuffrida, archeologo dell’Università di Messina: “Dobbiamo valorizzare i beni culturali e da tutte quelle risorse naturali e del paesaggio che Messina ha. La nostra lista è l’unica ad essere chiaramente contro il Ponte sullo Stretto”.
Giuseppe Gugliandolo, Gianluca Innocente: “Ho scelto di candidarmi per vedere finalmente Messina libera da schemi di gestione padronale. Finora pochi eletti hanno deciso le sorti della città. Indosso da 25 anni la divisa di vigile del fuoco ed è con lo stesso spirito di servizio che mi candido”.
Ciccio La Mazza, Roberto Laudini. Elisabetta Amalia Lo Presti “attivista sin da quando ero sul girello, mamma di 3 ragazzi, sono qui per dare il massimo impegno”.
Mario Midolo, Ciccio Mucciardi. Giuseppe Lucchesi medico dentista, proveniente da CMdB guarda ad una sanità sul territorio, con una rete di ambulatori nei quartieri, sinergie tra pubblico-privato-associazioni, e ancora cure domiciliari e attenzione alla prevenzione. Alessandra Oliveri, Cristina Oliveri, Ciccio Papalia: “Ho iniziato a far politica a 13 anni con Rifondazione comunista. Mi sono impegnato per dare spazio alla musica ed al teatro. Oggi a Messina la cultura è abbandonata. E’ dal basso che dobbiamo agire per ricreare la città”.
Nicola Pino, partito comunista “neofita della politica attiva”, Antonello Quattrocchi, 18 anni, assente perché a scuola ma impegnatissimo per far sentire la sua voce in campagna elettorale. Desiree Ricca “Faccio parte di quelle famiglie che hanno occupate le scuole abbandonate perché non avevamo una casa. Ho vissuto sulla mia pelle la sofferenza di chi non ha una casa. Ho avuto richieste di candidarmi anche da altri partiti ma lì mi sarei sentita un pesce fuor d’acqua. Qui c’è il mio sindaco a prescindere da come finirà”.
Antonio Soldano, Raffaella Spadaro, attivista dei Verdi da sempre e impegnata in tante battaglie nel territorio “Riprendo un percorso di coerenza. Sta nascendo qualcosa di nuovo è un gruppo che non ha un vertice, siamo uniti. A Maurizio Croce che è stato assessore al territorio ed è soggetto attuatore per il dissesto idrogeologico chiedo cosa ha fatto concretamente per Messina proprio su questi fronti. Ora si presenta come trasversale e punta sulla competenza, ma io è proprio sul suo campo che gli chiedo cosa ha fatto di concreto vista la situazione oggi di Messina”.
Rossana Sposito, Simona Stracuzzi “Farmacista, vegana, di sinistra, ex Cambiamo Messina dal basso. Mi ha formato molto l’esperienza nella Casa Rossa e so che il nostro progetto continuerà anche dopo le elezioni”. Giovanni Tomasello: “Faccio politica da 30 anni e mi sono candidato più volte al quartiere, adesso voglio spendermi per il consiglio comunale”.
La lista Messina in Comune presenta candidati in uno solo quartiere, il V, là dove ci sono molti attivisti presenti da anni con iniziative e attività nel sociale.
Il candidato alla presidenza è Ivan Calì. Con lui ci sono: Giusy Laganà, Marisa Gemelli, Ciccio Mucciardi, David Crea, Cristina Danaro, Antonello Quattrocchi.
“Abbiamo iniziato a lavorare nel territorio del V quartiere sin dal 2013 con Cambiamo Messina dal basso- ha detto Giusy Laganà a nome della lista- Noi siamo abituati a stare nelle piazze, nelle strade, con la gente ed è questo il percorso che vogliamo continuare”.
Presente alla conferenza stampa anche Alfredo Crupi che ha lavorato alla predisposizione del programma che fa sintesi tra le diverse anime.
“Viviamo in un momento difficilissimo. Oggi è un punto di non ritorno. Mi riferisco alla questione climatica, alle tensioni della guerra, alle disuguaglianze sociali aumentate ancora di più con la pandemia”