Dopo la mancata vittoria alle regionali del 6 novembre scorso da parte del Movimento 5 stelle, nella corsa per Palazzo d’Orleans, il serbatoio di voti dell’Isola dell’universo pentastellato mette a servizio delle ambizioni dei grillini per le Politiche un annunciato e rilevante bottino di voti. Il partito che fu di Grillo e che adesso è nelle mani del duo Di Maio-Davide Casaleggio, potrebbe confermarsi come prima forza in Sicilia per percentuale di voti, dando anche una buona mano a combattere indecisi e astensionisti che potrebbero sempre rappresentare una consistente fetta di elettorato.
Se dovesse essere confermato il dato di una partecipazione al voto, stimata in Sicilia sopra il 70% e comunque sopra la partecipazione media attesa nel resto d’Italia (68%), a contribuire potrebbero essere due fattori, l’avanzata dei 5stelle, ma anche il voto a tappeto nei collegi uninominali in particolare, del centrodestra.
Se veramente la forbice che segnerà la distanza tra Forza Italia e il Pd, dovesse superare i 5 punti percentuali delle due l’una: o si attende un tracollo Dem con i grillini capaci di monetizzare anche una parte di questo travaso di consensi, oppure il dato potrebbe essere più corto e i pentastellati conseguirebbero un risultato comunque positivo, ma non da ‘cappotto’. E d’altronde, la Sicilia è anche terra di conquista per lo stesso centrodestra, che potrebbe giocarsi la vittoria collegio per collegio con il M5s. Così almeno dicevano i sondaggi fino a quando potevano essere pubblicati, che parlavano di molti collegi al centrodestra e in qualche caso ai 5 Stelle.
Fin qui le previsioni. Il dato dei voti è atteso con curiosità e particolare interesse da tutti. Poi c’è un aspetto non meno importante. Qualche giorno fa Francesco Cascio, nel giorno della presentazione della sua candidatura, rientrando in Forza Italia, ha reso pubblicamente omaggio a Gianfranco Miccichè per il contributo dato alla ripartenza del centrodestra con l’accordo chiuso sul nome di Musumeci alle regionali e il ruolo avuto dal presidente dell’Ars in chiave politica in Sicilia. Quanto del ko delle regionali è rimasto come un pericoloso spettro per l’elettorato dei ‘grillini’?
Nei mesi precedenti al voto di novembre la discussione sul ‘voto utile’ in Sicilia era stata marginalizzata perché Cancelleri, sino alla fine, nei pronostici della vigilia, era accreditato di un autentico testa a testa, sfumato poi solo nel consolidato spoglio a lunedì avanzato.
In occasione invece delle Politiche rimane da verificare quanto dell’elettorato siciliano, più abituato a votare per chi andrà a governare, consegnerà la propria chance di consenso a Di Maio, che, in ogni caso, a oggi, è uno dei pochi candidati premier, effettivamente designati.