Prosegue la cura dimagrante del Monte dei Paschi con la chiusura di 100 filiali previste dal piano di ristrutturazione del 2017 che si andranno ad aggiungere alle 500 già chiuse nel 2018, e con due anni in anticipo rispetto ai tempi concordati con la Bce .
Le chiusure sono divise in tutte le aree territoriali della banca senese: una quarantina di sportelli al Nord, una ventina nel Centro Italia e altrettanti in Toscana e 20 al Sud, soprattutto in Sicilia.
Proprio questa decisione, comunicata ieri in una nota della banca, ha scatenato la dura reazione della Fabi che ha tenuto a sottolineare come le banche nazionali nell’ultimo periodo stiano mettendo in atto una vera e propria «ritirata» dall’Isola.
«Mentre i sindacati continuano a lanciare l’allarme sulla continua desertificazione della rete di sportelli bancari nell’Isola e chiedono invece di fare assunzioni per limitare i disagi della clientela fortemente penalizzata, constatiamo che gli istituti di credito perseverano nella determinazione di chiudere i propri punti nei piccoli centri. Dopo Unicredit, Intesa San Paolo e Banco Popolare questa volta la decisione è scaturita dal Monte dei Paschi di Siena. La nostra terra perderà le filiali MPS nei seguenti centri: San Cataldo, ACI Bonaccorsi, Valguarnera, San Giovanni Gemini, Sommatino, Ficarazzi Tortorici», ha commentato il coordinatore dice Carmelo Raffa, coordinatore della Fabi in Sicilia, Carmelo Raffa.
Continua intanto in parallelo il ridimensionamento del personale, il cui valore obiettivo è stato fissato in circa 5.500 unità. Nel 2018 ci sono state 1.800 uscite con il fondo di solidarietà e 650 sono state quelle del 2019.