Il Museo Riso, attraverso l’Archivio SACS, lo Sportello per l’Arte Contemporanea della Sicilia, volto alla promozione e alla diffusione della creatività siciliana in Italia e all’estero, prende parte al “30° Palermo Ladies Open” Wta Country Time Club (20-28 luglio) con la residenza dell’artista Nicola Console che, nel corso di questa settimana, e sino a domenica prossima, lavorerà a “cantiere aperto” a un’installazione di grandi dimensioni sul tema del tennis.
“È una esperienza suggestiva– dichiara Nicola Console – lavorare sotto gli occhi incuriositi del pubblico partecipante che potrà assistere dal vivo alla creazione di un’opera composita, e ammirare il grande tappeto di immagini in bianco e nero tratto da bozzetti che ho realizzato su carta.”
L’artista palermitano, che vive e lavora a Milano da quasi 30 anni, mostrerà il proprio processo ideativo partendo dallo studio sul movimento e il dinamismo delle atlete. Il disegno diverrà un video d’arte, realizzato in collaborazione con Rossella Puccio, giornalista e artista visiva, che documenta le fasi di progettazione e di realizzazione dell’installazione: sagome di grandi dimensioni come imponenti ombre vibranti che fermano il gesto.
“La residenza ha l’intenzione e lo scopo – dichiara Valeria Patrizia Li Vigni, direttore del Polo – di documentare la progettazione e creazione di un’opera d’arte all’esterno del Museo, in un luogo deputato allo sport e in relazione sia allo spazio sia alla manifestazione. Le opere prodotte da Nicola Console entreranno a far parte della collezione del Museo Riso e saranno temporaneamente esposte in un’area dedicata dal Circolo Country Time Club di Palermo“.
“Le composizioni a cui do vita – racconta l’artista -, hanno origine sempre dalla logica del film d’animazione. C’è un continuo divenire che è suggerito da questa tecnica“. Nell’anno di Palermo Capitale italiana della Cultura e di Manifesta 12, torna nella propria città per un progetto che lo vede al lavoro da anni, frutto di un’evoluzione, una trasfigurazione tanto intima, quanto formale, che partendo dal segno diviene materia, partendo dall’uomo e dal gesto trasfigura nel divino.
“Le opere presentate per l’occasione riflettono in pieno il metodo di lavoro di Console – scrive nella nota critica Adelaide Santambrongio, gallerista della Montrasio Arte Milano che ha in collezione l’artista –, e restituiscono al visitatore una possibilità di analisi attorno a temi che solo in apparenza potrebbero sembrare di carattere religioso. Meritevoli di nota sono le “lavagne” create con un sistema messo a punto ad hoc da Console, che intendono misurarsi sulla questione murales in modo originale e personale restituendo la modalità abituale dell’artista che affronta, illustra e spiega quotidianamente la storia dell’arte attraverso l’elaborazione di tavole che dall’ardesia, in questa occasione, sono state trasferire su supporti plastici adesivi.”