Martedì 18 giugno, il teatro dell’Istituto Comprensivo Sperone-Pertini a Palermo si è trasformato in un vibrante palcoscenico dove 50 studenti hanno portato in scena uno spettacolo che ha toccato i cuori del pubblico: “La voce del tamburo”.
L’evento, conclusivo di un progetto Siae e Mibact dedicato alla musica e alle percussioni, ha visto giovani protagonisti esibirsi con entusiasmo e passione, regalando momenti di pura emozione che hanno fatto scendere lacrime di commozione dagli occhi degli spettatori.
Il progetto, coordinato dai docenti e musicisti della scuola “La Bottega delle Percussioni”, ha avuto l’obiettivo di “trovare il proprio suono nel mondo”. Per 60 ore, gli studenti hanno esplorato vari strumenti a percussione come il djembe, il cajon, lo shaker, le campane, il surdu e il darbouka.
Questa esperienza non solo ha insegnato loro la tecnica musicale, ma ha anche permesso di vivere la musica come un potente strumento per promuovere la relazione umana e la crescita personale.
La musica, in questo contesto, è diventata un linguaggio universale che ha aiutato i ragazzi a riconoscere e valorizzare le proprie diversità, rafforzando i legami tra di loro.
Per i docenti, l’iniziativa è stata un’occasione per arricchire il proprio bagaglio umano e musicale, mettendosi in gioco insieme agli studenti.
La dirigente scolastica, Antonella Di Bartolo, ha espresso con entusiasmo il significato profondo di questo progetto: “Suonare le percussioni in un’orchestra equivale a trovare il proprio spazio, il proprio tempo e suono nell’armonia generale. Ed è metaforico di quello che si prova a fare nella propria vita. Un’ulteriore occasione di crescita per i nostri ragazzi e le nostre ragazze affinché riescano ad ascoltare veramente sé stessi e gli altri.”
“Un percorso di 60 ore, con dei brani, alcuni dei quali avranno un prosieguo tra settembre e ottobre con un’iniziativa su Santa Rosalia, di cui non vi possiamo svelare niente. In un’orchestra di percussioni ognuno trova la propria voce, il proprio ritmo, ascolta la propria voce e quella degli altri e sa stare con gli altri. È un’opportunità”, conclude Antonella Di Bartolo.
Un progetto utile anche per i docenti che si sono messi in gioco per arricchire il proprio bagaglio umano e la conoscenza musicale. “Un bel laboratorio di integrazione e inclusione tra alunni di scuola primaria e alunni di scuola secondaria di primo grado. Un’esperienza arricchente per tutti e anche per me come tutor che mi sono arricchita dal punto di vista professionale, perché anche io ho imparato a suonare i ritmi con il maestro Santo Vitale”, dice Lea Canali, insegnante di scuola primaria e tutor interna del progetto.
“Questo progetto mi ha insegnato intanto il rispetto per le persone, mi ha fatto conoscere nuovi amici e mi ha dato anche molta gioia, perché i pomeriggi a casa li ho sostituiti con dei pomeriggi di compagnia e musica. Questo progetto mi è piaciuto perché i maestri sono simpatici, tutto è molto fantasioso e abbiamo libertà di scelta e di pensiero. A me piace la musica e per questo ho deciso di partecipare. Il mio strumento preferito è il cajon, che so suonare meglio. Un’esperienza molto bella per me”, dice Paola Marchese, studentessa che andrà in II°D.
“A me piace la musica, la cultura in generale, mi interessa conoscere e per questo ho deciso di partecipare. Ho conosciuto diverse persone, ho interagito con tutti in questo progetto. Alcuni saranno rapporti duraturi e altri no. Ognuno di noi ha un carattere diverso quindi con alcuni posso trovarmi meglio e con altri no. Mi piace suonare la darbuka perché ha un suono come se fosse un ticchettio quando lo suoni”, dice Dalila Di Maria, studentessa.
“Un progetto affinchè la scuola sia uno strumento di divulgazione della musica che consente di creare relazioni. La parte divertente del progetto è stata vedere nascere dopo sguardi timidi, amicizie, legami, lo scambio dei numeri di telefono, il racconto delle cose. Siamo fieri non solo per aver creato un progetto musicale, ma per delle relazioni che spero si mantengano nel tempo”, dice Claudia Vitale, esperta esterna de La Bottega delle Percussioni.
“Abbiamo abbracciato questo progetto grazie alla preside che ci ha coinvolto. Facciamo diversi lavori sul territorio palermitano. Mi piace lavorare nelle scuole dov’è possibile avere qualcosa in più dai ragazzi. Nei quartieri dove la scuola non è vissuta soltanto come un posto dove andare a studiare ma dove si dà l’opportunità di frequentare di pomeriggio con attività diverse dal solito, facendo diversi progetti, rende il tutto con un tocco più frizzante, dà delle emozioni diverse, che sono speciali soprattutto in questi posti”, dice Santo Vitale, tutor esterno de La Bottega delle Percussioni
Questo evento ha dimostrato che la musica può essere un potente strumento educativo, capace di trasmettere valori importanti e di offrire ai giovani un mezzo per esprimere sé stessi e trovare il proprio posto nel mondo.
Lo spettacolo «La voce del tamburo» ha lanciato un’ importante nella comunità scolastica dello Sperone, celebrando non solo il talento musicale dei ragazzi, ma anche la loro capacità di collaborare, crescere e risplendere insieme.