“Ho perso mia moglie durante la traversata nel deserto e un bimbo in mare. Se trovate un bimbo annegato è mio figlio“.
Lo ha raccontato Jamid Sahid Mansarè di 34 anni, uomo della Sierra Leone, ai sanitari del 118 e ai mediatori culturali. L’uomo è stato salvato in mare insieme al figlio. Ha rischiato di annegare e adesso si trova ancora in condizioni serie all’ospedale Civico di Palermo. “Siamo partiti in cinque. Io mia moglie e tre figli, due ragazzi e una ragazza. Adesso siamo rimasti noi tre – ha raccontato in inglese il migrante ai soccorritori – E’ stato terribile. Un viaggio disumano. Sono riuscito a salvare mio figlia e mia figlia. Purtroppo il più piccolo è morto annegato. Vi prego se trovate la salma fatemelo sapere. Voglio rivedere mio figlio“.
Il naufragio è avvenuto al largo di Lampedusa e il cadavere di un bimbo di quattro anni è stato recuperato e portato a bordo della nave Dattilo e accompagnato a Reggio Calabria.
Nel pomeriggio cinquanta migranti, originari di Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea, Senegal, Camerun, Mali e Gambia, sono sbarcati a Lampedusa dopo che il loro barchino di 6 metri, salpato da Sfax, è stato agganciato, nelle acque antistanti all’isola, dalla motovedetta V1300 della Guardia di finanza. Nel gruppo, anche 7 donne e 4 bambini con i genitori. Oggi è il nono sbarco, per Lampedusa, con un totale di 389 persone. Centottanta dei 1.437 migranti ospiti dell’hotspot di contrada Imbriacola, nel frattempo, sono stati trasferiti con un volo charter verso Fiumicino. Si tratta del secondo trasferimento della giornata, dopo 430 migranti sono stati imbarcati sul traghetto di linea Galaxy che sta per giungere a Porto Empedocle.