Seppur poco inflazionata rispetto ad altre specialità agroalimentari della Sicilia, la nocciola dei Nebrodi (dove si trova la maggioranza dei 12mila ettari di noccioleti dell’isola) rappresenta un’eccellenza della nostra regione. Un frutto apprezzato per il suo gusto e straordinario per le sue proprietà organolettiche che racconta di una tradizione che trascende la dimensione puramente culinaria, abbracciando la storia e l’economia del suo territorio d’origine.
Negli ultimi anni la nocciola dei Nebrodi è stata al centro di un impegno profuso da parte delle categorie di settore e delle istituzioni locali per la sua valorizzazione; contestualmente il prodotto ha vissuto un trend negativo in cui la sua produzione è stata messa a repentaglio da diversi fattori sia di natura biologica che economica. Quest’anno dopo un lungo periodo di raccolti avari la nocciola sta vivendo un’ottima annata, determinata probabilmente da fattori biologici come il caldo e l’allontanamento volontario dei ghiri causato dalla scarsa produttività dei noccioleti.
Con l’istituzione l’anno scorso della “Filiera della nocciola siciliana” su iniziativa dell’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera sono state gettate le basi per il rilancio di un prodotto che a lungo è stato un caposaldo dell’economia dei Nebrodi. Quali sono gli step successivi da intraprendere affinché questo progetto abbia il suo compimento? Lo abbiamo chiesto ad alcune personalità attive in primo piano su questo fronte.
Francesco Calanna, presidente dell’associazione GAL Nebrodi, ha posto l’accento sulla tutela del prodotto e delle professionalità che si impegnano per la sua produzione: “Oltre ai problemi classici dei noccioleti, legati alle cimici e ai ghiri, negli ultimi anni la nocciola dei Nebrodi ha patito la concorrenza di prodotti di importazione, in particolare le nocciole provenienti dalla Turchia. Non è stata una concorrenza leale perché avvenuta fuori dalle logiche di mercato con un prodotto per il quale sono mancati spesso i controlli fitosanitari del caso coi rischi che ne derivavano. Negli ultimi anni sicuramente sono stati fatti tanti sforzi dai produttori e dalla politica per la valorizzazione del prodotto. Adesso è importante adoperarsi per dare i giusti input ad una filiera che può diventare un importante segmento economico. Al tempo bisogna tutelare i produttori dal punto di vista dei prezzi, affinché sia concesso loro il giusto riconoscimento per un impegno significativo e costoso e adoperarsi per ottenere il riconoscimento di qualità per la nocciola dei Nebrodi.
Lidia Calà Scarcione, titolare della pasticceria Dolce Incontro nel paese di Turturici, specializzato nella preparazione di dolci tradizionali e non alla nocciola dei Nebrodi ha posto l’accento sull’aspetto della promozione del frutto: “Ci vuole prima di tutto un marchio di identificazione che vada a tutelare l’identità della nocciola nebroidea, un prodotto che deve le sue qualità nutritive alla biodiversità dei Nebrodi conferendogli qualità uniche. Non nascondo il mio grande dispiacere nel vedere l’assenza di prodotti a base di nocciola o della stessa nocciola quando si parla delle eccellenze alimentari siciliane, vista la sua bontà e versatilità. Per altro nella coltivazione delle nocciole si fa alla vecchia maniera, senza fertilizzanti o altri trattamenti, quindi è come se fosse a tutti gli effetti un prodotto bio”.
L’ex direttore dell’Ente del Parco dei Nebrodi Salvatore Giarratana, esperto in materia, ha sottolineato l’importanza di proseguire sulla strada tracciata negli ultimi anni: “Mi piace ricordare che i primi sforzi in tal senso sono arrivati già nel 2014 con l’impegno dell’Associazione culturale dei Nebrodi e dal professore Matteo Florena, uno sforzo difficile fatto con l’obiettivo di trovare una visione comune per la valorizzazione della nocciola. Da allora sono stati fatti tanti passi avanti e si continua a lavorare: la mia speranza è che già nelle prossime due settimane si possa cominciare a fare qualcosa di importante in tal senso, con uno sforzo condiviso da tutti. La nocciola può tornare ad essere un pezzo di economia reale importante per i Nebrodi e la filiera può essere un passaggio fondamentale per la comprensione in profondità dei pregi e dei difetti di questa esperienza. L’ottima annata di quest’anno è sicuramente una bella notizia: bisogna comprendere quali siano state le ragioni che hanno reso possibile questo accadimento”.
In merito a quelli che saranno i prossimi step abbiamo interpellato l’assessore regionale all’agricoltura Edy Bandiera, che ha sempre seguito con grande attenzione la questione nocciole e che commenta con soddisfazione la positiva stagione delle nocciole “Certamente una buona notizia – ha affermato – La nostra attenzione nei confronti dei territori interessati è costante. Certamente tanti fattori avranno influito. Tra questi le cure dei noccioleti stimolati dal Piano di prevenzione ecologico sulla diffusione del ghiro che ISPRA ci ha approvato, la liberazione di rapaci, che in più occasioni abbiamo eseguito in quei territori per contribuire al riequilibrio biologico dell’area interessata dalla infestazione dei ghiri e soprattutto il grande impegno e la grande dedizione di agricoltori e imprenditori che operano nel settore. Ulteriori risultati positivi ci aspettiamo per il prossimo futuro, anche a seguito della recente misura 4.4D del Programma di sviluppo rurale, con dotazione di 19 milioni di euro, che abbiamo voluto e abbiamo dedicato al territorio nebroideo, e che, attraverso un sostegno economico alla aziende, consentirà ulteriore sviluppo e nuove cure ai noccioleti e alle tante aziende beneficiarie”.