Assolto per non aver commesso il fatto. Finisce così il procedimento a carico di Carmelo Tinnirello che a febbraio dell’anno scorso era finito sotto inchiesta per un presunto spaccio di droga insieme al figlio Carlo Tinnirello. I fatti si erano svolti all’interno di un magazzino, nei pressi di piazza Ponte Ammiraglio, che gli investigatori avevano definito “un deposito della droga”.
Tinnirello junior, dapprincipio, aveva dichiarato di essere l’unico responsabile del reato di spaccio. Le dichiarazioni di padre e figlio, però, risultarono essere discordanti. Carmelo Tinnirello, infatti, aveva sostenuto di essere andato a trovare Carlo per recarsi insieme in un negozio mentre quest’ultimo aveva detto che dovevano andare a ritirare l’auto dall’elettrauto.
Nell’attesa di un riesame, il giudice aveva disposto, su richiesta del pm, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per Tinnirello senior, difeso dall’avvocato Luca Bonanno (nella foto in alto), è stato poi chiesto il rito abbreviato condizionato all’esame del figlio coimputato ed è stata dimostrata la sua totale estraneità ai fatti. Il gip Filippo Lo Presti ha invece condannato Carlo Tinnirello a tre anni di reclusione, escludendo l’uso delle armi.