Claudio Fava ha definito “degli ologrammi” gli altri candidati alla presidenza della Regione. Un modo per marcare l’inafferrabilità di un confronto tra le parti, che, a turno, (anche oggi c’è un confronto previsto alla Camera di Commercio, ma non ci saranno tutti) tutti vogliono e invocano, ma nessuno riesce a fare.
Da una parte le singole strategie di comunicazione, dall’altra le esigenze organizzative e pratiche di battere un territorio che si articola in 9 province. Insomma se le mandano a dire a mezzo stampa. Tra precisazioni, incomprensioni e la solita vecchia solfa delle campagne elettorali che hanno sfiancato la resistenza di un pubblico siciliano che, quando non è distratto rispetto al problema, è disinterssato o peggio ancora arrabbiato.
Non è un caso che nei sondaggi che vengono costantemente monitorati con attenzione, la risposta alla partecipazione al voto si annuncia bassissima. Il 54% degli intervistati, ad esempio, nella rilevazione effettuata dall’Istituto Demopolis per il Giornale di Sicilia, ha dichiarato di non avere intenzione di recarsi al voto.
Se confermato, anche solo in parte, il dato premierebbe il voto strutturato rispetto a quello d’opinione, più apprezzabile possibilmente all’indirizzo degli aspiranti governatori, che non riferito a quello delle liste a supporto di ciascuno.
Non manca il dato di interesse sulle intenzioni di voto. In testa rimane al momento Nello Musumeci al 35%, due punti sopra Giancarlo Cancelleri. Dietro, staccato, Fabrizio Micari che sarebbe al 22%. Quarto posto per Claudio Fava con il 9%, infine La Rosa con l’1%. Il sondaggio è stato realizzato dal 10 al 12 ottobre, su un campione rappresentativo regionale di mille siciliani residenti.