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Omofobia e mafia: a Palermo lo Stato è ancora assente

mercoledì 2 Giugno 2021

Due episodi che sembrano totalmente scollegati a Palermo.

Da un lato l’attacco ingiustificato e totalmente gratuito di una banda di ragazzini, maschi e femmine, ad una coppia di turisti gay che si scambiavano effusioni in pubblico, dall’altro l’omicidio alla Vucciria di un giovane boss emergente.
Sembrano due episodi scollegati, uno di degrado di comunità che ancora non riescono a vivere il loro tempo e dall’altra parte invece un episodio di mafia che rispecchia le regole che forse avevamo dimenticato.

Pietro Busetta

Ma vi é un substrato comune in quello che è accaduto. Ed è la difficoltà dello Stato ad avere il controllo del territorio.
Come può accadere che in piena Rambla palermitana alcuni ragazzini possano permettersi di picchiare due giovani turisti senza che ci sia un elemento della forza dell’ordine, anche in borghese, o perlomeno la paura che ci possa essere.

Evidentemente tali bande di ragazzini sanno di poter agire indisturbati e che la presenza dello Stato non è qualcosa che devono temere
Fosse accaduto in una periferia buia ancora ancora avremmo potuto dire che si trattava di criminalità comune e che tale episodio poteva accadere in qualunque parte del Paese.

Ma se tutto ciò accade al centro della città allora qualche preoccupazione in più dobbiamo averla. Dall’altro lato cosa sta accadendo se le cosche mafiose possono avere la protervia di sparare di nuovo in una città che hai già pagato un prezzo altissimo per la presenza della criminalità organizzata e della mafia. Si ritorna al solito problema: quello delle risorse e dell’investimento che lo Stato deve fare nelle sue realtà più difficili e periferiche.

Palermo chiama lo Stato ma lo Stato non risponde. E paga un prezzo altissimo per un’assenza che si protrae da anni e nella quale il prezzo più alto lo pagano i servitori che, malgrado la presenza a fasi alterne dello Stato centrale, impegnano le proprie forze per combattere un fenomeno che non possiamo più tollerare che esista ancora.

Vi sono i servizi segreti, vi sono modi di infiltrarsi nelle cosche, vi sono strumenti elettronici d’avanguardia che permettono di controllare il territorio in modo preciso e che possono conoscere di ciascuno di noi tutti i movimenti.

Bene che si investa pesantemente perché non è più consentito a nessuno un’assenza colpevole, dannosa per il vivere civile, esiziale per l’economia di una città e di una Regione che tenta di rinascere.

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