I playoff sono solo a un passo. A quattro giornate dal termine della regular season, i rosanero non sono mai stati così vicino all’obiettivo prefissato a inizio stagione. Per il Palermo, il match contro la Reggiana, sarà una partita dal triplice valore, un attestato per certificare la crescita lenta, costante e sostenuta che, in sordina, la squadra di Mignani sta portando a compimento: il matematico piazzamento tra le prime otto, la prima ipotetica vittoria del tecnico dal suo arrivo in città e i tre punti che al Barbera mancano ormai da tanto (troppo) tempo.
Dopo un girone di andata tra alti e bassi, tipico delle neopromosse ancora stordite dal nuovo ambiente, la squadra di Nesta ha allontanato i playout, sfiorando con un dito la possibilità di fare un piccolo pensierino sui playoff, tranne poi inciampare e scivolare alla ricerca di una salvezza quanto più semplice e tranquilla possibile. Di tempo ne è passato dall’ultima volta e certamente gli emiliani non sono più gli stessi di fine agosto, quelli della terza giornata di campionato. Ripetere l’1-3 del Mapei Stadium (CLICCA QUI) non sarà una passeggiata. La Regia, spesso sottovalutata, è sempre riuscita a mettere in difficoltà le big, sia in casa sia in trasferta. Lo sanno bene le prime cinque della classe (Parma, Venezia, Como, Cremonese e Catanzaro), contro le quali i granata non ne hanno persa una, collezionando in nove scontri (manca ancora all’appello lo scontro con i crociati) ben 17 punti.
Gli ospiti, reduci da tre sconfitte consecutive, potrebbero così decidere di tirare un brutto scherzo ai siciliani, che a questo giro devono sperare in un pizzico di fortuna e non abbassare la guardia neanche per un secondo. La trentacinquesima giornata sarà la prima chiamata utile per archiviare la pratica playoff. Una stramba combinazione, con vittoria dei rosa e le sconfitte di Pisa e Cittadella, proietterebbe il club di viale del Fante già alla seconda e decisiva parte di campionato. Un traguardo di vitale importanza che permetterebbe alla piazza di riacquisire la fiducia sbiadita e a Mignani di accudire e crescere la sua “creatura” con più serenità in vista del fatidico momento.
Il tecnico ligure, d’altronde, è stato ingaggiato dal City Group proprio per questo. A testa basta, il mister è riuscito a fermare l’emorragia rosanero. Il 2-2 con la Sampdoria (CLICCA QUI), l’1-1 di Cosenza (CLICCA QUI) e lo 0-0 contro la capolista (CLICCA QUI) hanno evidenziato un lavoro certosino, volto a rinvigorire l’autostima della squadra, mettendo tutti in discussione. Scelte talvolta spiazzanti, come i cambi di modulo e il reinserimento nei piani di Buttaro e Mancuso o l’esclusione di Segre e Ceccaroni. Tutte scommesse che hanno evidenziato il carattere fermo e deciso dell’ex Bari e la sua voglia di studiare a pieno tutte le carte a sua disposizione.
Una sconfitta o il quarto pareggio di fila contro la Reggiana non sono ipotesi plausibili per i tifosi. I sostenitori rosanero più attenti hanno notato l’impronta di una nuova identità, ma sono stanchi di aspettare e rimandare la festa che solo un successo può regalare. Dal 3-0 rifilato al Como, esattamente dal 17 febbraio, i tre punti faticano ad arrivare al Barbera. Saranno passati circa due mesi e mezzo ma appare incredibile come la storia si sia capovolta. Con i lombardi i rosa erano giunti al record delle cinque vittorie consecutive casalinghe, poi l’umiliante 2-3 con la Ternana, capace di abbattere la falsa credenza di una fortezza inespugnabile, divenuta successivamente terra di conquista per chiunque. Il rientro in gruppo di Ranocchia, dopo il ko rimediato a Lecco, potrebbe così regalare più di un regalo.