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Tra gioco, finzione e scrittura si colloca il modo di “fare arte” di Nicolò D’Alessandro, protagonista della vita culturale siciliana, e non solo, dagli anni ’60.
Nicolò D’Alessandro ci ha aperto, dopo la quarantena, le porte della sua casa studio ovvero il Museo del disegno, una “Home Gallery” in piena regola, l’unica in Sicilia (tra le cinque in Italia) che definisce uno “spazio d’amore“.
“Molti sono convinti che l’Arte in generale sia un’esperienza solitaria – ci dice D’Alessandro – ciò vale nella specifica fase di creazione e di realizzazione fisica. La percezione del mondo e la sua traduzione sono la sintesi di un’esperienza collettiva“.
Nato a Tripoli da genitori siciliani nel 1944, a Palermo cinque anni fa ha istituito, con le proprie forze, questo piccolo museo dove sono concentrate molte delle sue opere che, in diversi momenti dell’anno, interagiscono con quelle degli artisti che ospita per mostre, esposizioni o happening.
La peculiarità di questo scrigno d’arte e passione sta anche nella possibilità di fruire le opere molto da vicino, potendole anche toccare e “sentire“, come ci tiene a sottolineare D’Alessandro.
Tra segno e disegno Nicolò si definisce una persona che cerca di comprendere la vita – non riuscendoci ci confessa sorridendo – e che nella scrittura ritrova quell’inganno magico che, tutt’oggi, gli permette di ricreare lo stupore che si prova davanti all’ignoto.
Autore anche di racconti e libri d’arte nei decenni di attività D’Alessandro ha anche partecipato a mostre in giro per il mondo, da New York a Mosca, ritornando sempre alla sua Sicilia.
In questi mesi di distanziamento sociale il Museo è rimasto chiuso ma D’Alessandro ha continuato la sua attività e presto pubblicherà “La lunga notte vuota“, collazione della produzione degli ultimi mesi.
“Credo moltissimo nel ruolo dell’artista che agisce nel tempo, sono fiducioso sulla sua funzione sociale di condivisione di un rito collettivo che coinvolge e nutre tutti. Ho scelto la professione più improbabile che viene commercializzata ma io preferisco il mercato delle idee”.
L’intento del Museo del disegno, in definitiva, è quello di mantenere viva la memoria, attraverso una vicenda privata, delle qualità nascoste di Palermo, rivendicando la capacità di rendere visibile il lavoro degli artisti.