PALERMO – Finora gli attacchi sul tram e la gestione dell’Amat, azienda di trasporto pubblico, partecipata 100% comunale, erano partiti da più voci delle opposizioni: da Sabrina Figuccia (Udc) a Fabrizio Ferrandelli (Coraggiosi).
Ma adesso le critiche arrivano anche da uno dei fedelissimi di Orlando, uno che da sempre è tra i promotori del nuovo tram: “Non si può negare che la situazione dei finanziaria dell’Amat, come peraltro riconosciuto dallo stesso Presidente Gristina, sia particolarmente grave“. Lo afferma il capogruppo del Partito Democratico a Sala delle Lapidi Dario Chinnici, che oggi è intervenuto nella polemica sui conti dell’Azienda municipalizzata di Palermo.
“La mancata copertura dei costi delle linee del tram, gli esigui introiti della Ztl (2,2 milioni nel 2017 e 657mila euro nel primo trimestre di questo anno contro i 30 milioni previsti), oltre ai disallineamenti col Comune – dice Chinnici – hanno creato una situazione difficile che però l’Amministrazione deve affrontare con senso di responsabilità, individuando soluzioni immediate e adeguate. Il Comune si confronti con l’azienda su crediti e debiti, sui contenziosi relativi alle tasse comunali su cui si sono espressi i Tribunali e sulla ristrutturazione del debito e la maggioranza sarà pronta a fare la sua parte. Anche i consiglieri di opposizione diano il loro contributo per salvare l’azienda e i lavoratori, se è vero che come noi intendono difendere l’Amat dalla privatizzazione“.
Il nodo resta sempre il tram e il nuovo piano di espansione delle linee.
Ecco come rincara la dose Ferrandelli: “Oggi il presidente Amat in commissione ha confermato che il bilancio sottoposto al socio perde (al 2017) 6,4 milioni di euro. In più in quel bilancio non sono stati ancora stralciati i crediti del Comune. La commissione bilancio declamata dal sindaco – precisa – sta procedendo al vaglio degli stralci dei crediti in maniera unilaterale, senza che nessuno abbia potuto consultarli, primi tra tutti i presidenti delle aziende interessate. Il disallineamento dei crediti che il Comune deve dare ad Amat, come da bilancio consolidato, ma che il sindaco non vuole riconoscere, è di 9 milioni di euro. Uno stato deficitario senza eguali. Senza conoscere l’esito delle risultanze della commissione, anche relativamente alle altre aziende, come si può votare il consolidato?”
“Lo stralcio dei 9 milioni di euro – aggiunge – potrebbe creare situazioni di insolvenza alle aziende. Inoltre, dalla Regione, soltanto Amat è creditrice di altri 45 milioni di euro: alcuni corrispettivi di produzione tpl e i cosiddetti integrativi dei contratti di lavoro erogati dallo Stato attraverso la Regione, fino al 2015. Ad oggi il tram costa 11 milioni di euro – spiega il leader dell’opposizione – da qui all’entrata in esercizio delle nuove linee bisognerà trovare coperture finanziarie che ad oggi non ci sono. Dalla Ztl, ad esempio, arrivano solo 2,4 milioni, a fronte di una previsione originaria di 30 milioni. Quindi oltre la perdita dei 6,4 mln del bilancio 2017, a crediti messi in dubbio dal comune pari a 9 mln, per il 2018 l’Amat dovrà coprire – visto che il tram costa 11 mln e che con le Ztl se ne incassano 2,4 – altri 9 mln. Così facendo l’attuale sindaco lascerà alle future generazioni e al prossimo sindaco circa 42 milioni di debiti, senza sapere quanto dei 9 milioni di crediti riconoscerà e che dovranno aggiungersi al conto finale”.
“Vista la situazione – conclude Ferrandelli – non ci resta che fare un grosso in bocca al lupo a Palermo, perché vista l’assenza di programmazione e il fatto che soltanto le minoranze sono rimaste le uniche a opporsi e a raccontare la verità, solo un miracolo potrà salvare la città. Altro che 6 nuove linee di tram e risanamento dei conti…”.