E’ partito il conto alla rovescia. Mancano una manciata di ore al debutto del Palermo nel nuovo campionato di serie B e il Ferragosto appare più rovente che mai. Proprio i rosa avranno il difficile compito di inaugurare la stagione, con l’anticipo del venerdì in scena al Rigamonti di Brescia.
Dopo un inizio estate al quanto turbolento, nelle ultime settimane il club di viale del Fante ha visto appianare le tensioni attorno a sé, complice la convincente vittoria al Tardini, che ha confermato il lavoro svolto e già sfoggiato nelle precedenti amichevoli “che contano” con Monza, Leicester e Oxford.
Dionisi, l’uomo delle provvidenza, ha plasmato il Palermo a sua immagine e somiglianza, ridisegnando gli equilibri all’interno dell’undici titolare, riorganizzando le gerarchie e offrendo totale fiducia anche ai giocatori che, appena pochi mesi fa, erano usciti con le ossa rotte dalla laguna. Chi da quel momento aveva previsto la totale rivoluzione sarà rimasto deluso. Il tecnico toscano ha preso in mano le redini, ripartendo non da zero, ma dalla base di una rosa che ha dimostrato che in fondo non tutto era da buttar via. Un esempio è il numero 10 nuovo di zecca. Determinato e stuzzicato dalla nuova sfida siciliana, il mister è stato assecondato e accontentato dal ds De Sanctis, con la creazione di una nuova e robusta “colonna vertebrale” a cui fare affidamento.
Il primo match ufficiale contro il Parma neo-promosso in massima serie ha acceso i riflettori su Gomis, Nikolaou e Blin.
Il duello tra i pali è infuocato. Il giovane Desplanches, fermo a lungo per infortunio, scalpita alla ricerca di minutaggio e soprattutto di continuità. Sarà ancora presto per le sentenze, ma il portiere senegalese in pochissimo tempo, sembra aver ricucito, attraverso il dialogo e la giusta dose di carisma, quelle falle che nell’annata passata avevano condannato il Palermo a indossare la maglia nera di quarta peggior difesa del campionato. Il rigore parato a Man gli ha certamente permesso di fare breccia nel cuore dei tifosi, ma la prova del classe ’93 è stata esaltante dal primo all’ultimo istante. L’intesa con i compagni è apparsa subito evidente e con Lucioni, almeno per il momento, fuori dai giochi, il nuovo (autoproclamato) leader a cui fare riferimento è il centrale greco, nonostante qualche piccolo strafalcione, almeno per il momento, perdonabile. A questi si aggiunge la solidità e l’esperienza dell’ex Lecce, capace di donare ordine e disciplina in mezzo al campo e in fase di impostazione.
Le prime certezze prendono forma. La prima giornata a Brescia sarà la miglior occasione per comprendere il reale stato di forma della compagine rosanero. Consapevole dei propri mezzi e ancora forte dell’inaspettato ottavo posto valido per i playoff, in termini pratici, ai nastri di partenza, le rondinelle, mentalmente e fisicamente, sono attualmente il club più preparato. Un calciomercato con pochi movimenti, entrate oculate e una squadra per dieci undicesimi (se dovesse scendere in campo come già visto in Coppa Italia con il Venezia) immutata.
Nel clima disteso di Veronello si limano gli ultimi dettagli. Il successo nella prima uscita ufficiale non deve, però, far dimenticare alcuni tasselli mancanti. La squadra non è ancora completa al 100%, tra infortuni di peso, come Segre, e reparti vacanti, come la corsia laterale di sinistra o gli esterni d’attacco. Altro elemento da non sottovalutare è chi ancora è alla ricerca di se stesso. Brunori dovrà cercare il modo giusto per rimettere insieme i pezzi di un amore in frantumi e non ancora del tutto rinvigorito. Poi c’è chi come Insigne o Di Francesco dovrà mettere alle spalle i momenti bui e di grave appannaggio che ne hanno compromesso numeri e prestazione.