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La ventottesima giornata

Palermo umiliato al Rigamonti, il 4-2 di Brescia è il punto di non ritorno

sabato 2 Marzo 2024

Il punto più basso di sempre. E’ una disfatta senza precedenti quella andata in scena al Rigamonti di Brescia. Un Palermo inerme e incapace di reagire ha dimostrato oggi di non avere il carattere e la mentalità giusta per poter ambire alla promozione, almeno quella diretta. L’umiliante 4-2 in terra Lombarda getta sempre più ombre sul destino dei rosanero in questa stagione.

Il club di viale del Fante depone subito le armi, in un primo tempo rocambolesco e dai mille colpi di scena. Nessuna voglia di riscatto, solo tanta confusione e agitazione. Tutte emozioni percepite ancor prima di scendere in campo. Corini decide di rivoluzionare la formazione di partenza per cinque undicesimi. Tante sono le vecchie conoscenze che sembravano ormai dimenticate e relegate in panchina: Graves, Marconi, Henderson, Coulibaly e Di Francesco.

Le scelte del tecnico non vengono premiate ed evidenziano un senso di precarietà confermato sin da primi minuti. Rispolverato il duo difensivo della passata stagione, la fragilità della retroguardia è più evidente che mai, dove pesa e allarma l’ennesima espulsione di Marconi. Se il tempo per valutare Henderson è veramente troppo insufficiente, bastano e avanzano i primi 45 minuti di Coulibaly, spaesato e mai entrato in partita. Spento e disorientato anche Brunori, incapace di prendere per mano la squadra e rialzarla dal baratro. Appaiono invece vani lo spirito di sacrificio e la corsa di Di Francesco e Di Mariano. Pagella, dunque, gravemente insufficiente per i siciliani.  

Per accendere il match bastano meno di 30 secondi. Una difesa scomposta e non ancora allineata si lascia sorprendere dalle rondinelle. Bianchi sulla sinistra sfrutta la lunga prateria a disposizione per cambiare sponda su Dickmann, bravo a sfornare l’appoggio per il tacco di un Borrelli appena marcato da Marconi. L’equilibrio non tarda ad arrivare. Appena due minuti più tardi Besaggio stende Di Mariano in area e il var decreta il calcio di rigore. Brunori dal dischetto non si lascia ipnotizzare, imbucando il gol dell’1-1. 

Il Brescia non si demoralizza e scuote il Palermo tra le linee e lungo le fasce. I padroni di casa hanno certamente impattato meglio la partita, sfoggiando carattere e determinazione. Gli ultimi 20 metri di campo sono di assoluta proprietà degli uomini di Maran, che a ogni incursione riescono a far tremare i rosanero, trasmettendo pericolosità e la sensazione di poter nuovamente bucare la porta di Pigliacelli da un momento all’altro. E’ infatti la deviazione di Graves sul tiro a volo di Besaggio a impedire il raddoppio dei lombardi.

Il club di viale del Fante rialza la testa e in un lampo ribalta il risultato. Il difensore danese imbastisce l’azione per poi aprire sulla sinistra verso Di Francesco. Il numero 17 dal limite non sbaglia, si sbarazza dello schermo di Dickmann, e complice lo scivolone di Avella, sigla il centro dell’1-2. Ancora l’ex Lecce traina la squadra verso la metà campo avversaria, sfruttando un momento di distrazione dell’undici lombardo e sfoderando un potente mancino che inquadra lo specchio della porta, ma magistralmente deviato in angolo dall’estremo difensore.

Dal ventesimo minuto prende avvio l’assedio del Brescia. Il senso di supremazia dei primi minuti diventa sempre più insistente e sfocia con l’espulsione di Marconi. Già ammonito per un fallo precedente, il numero 15 tenta invano il recupero su Bianchi dopo la superficialità di Lund. Il rosso diretto è inevitabile e il Palermo resta in dieci. Corini corre ai ripari e sacrifica Henderson per alzare le barricate con Ceccaroni.

Ansia, nervosismo e confusione prendono il sopravvento e la strategia attendista e difensiva adottata dal tecnico e dalla sua squadra si rivela immediatamente fallace e inutile. Schiacciato nella propria area le possibilità sono limitate e il precario stato di salute della retroguardia non regge alla pressione. Alla prima occasione utile le rondinelle, infatti, non tardano ad agguantare il pareggio. Il potente destro di Paghera sorprende un non impeccabile Pigliacelli che alla mezz’ora si lascia beffare.

Galazzi sfiora il controsorpasso, impedito solo dai piedi di Pigliaceli, bravo a coprire il primo palo. Ma è soltanto un campanello d’allarme. Al 41esimo il Brescia riesce nel suo intento. Dagli sviluppi di un calcio d’angolo Jallow mette in mezzo per Borrelli, che stacca su Ceccaroni, e cala il tris di testa: 3-2.

Nel recupero giunge il sigillo dall’amaro sapore di umiliazione. Sempre Jallow vola via da Di Mariano sulla destra e intercetta Bisoli. Il tiro si trasforma in un flipper e dopo la doppia deviazione di Nedelcearu e Di Francesco entra in porta: 4-2. 

Al rientro dagli spogliatoi Corini sfodera subito il doppio cambio: fuori Brunori e Coulibaly, dentro Mancuso e Ranocchia. La scossa non avviene. I timidi tentativi dalla distanza di Di Mariano e Di Francesco non sono sufficienti. Il brivido lo regalano ancora una volta i lombardi, sempre dai piedi di un ispiratissimo Bianchi che al 51esimo scheggia il palo con il destro. Lo sbandamento prosegue e Pigliacelli è costretto a esaltarsi sul pericoloso retropassaggio di Nedelcearu, dopo aver vinto il duello con Borrelli.

Al 64esimo è il turno di Traorè. L’ingresso del classe 2004 riaccende una live luce di speranza, dimostrando un’ottima intesa con Mancuso, che nei primi minuti disputati aveva sfoggiato non poche difficoltà nel fiutare l’area avversaria. Proprio i due confezionano l’unica chance degna di nota per i rosanero ma i riflessi di Avella non concedono spiragli. Il match prosegue nella piena gestione delle rondinelle che nel finale di concedono l’ultimo tentativo con Olzer. Al triplice fischio termina 4-2 al Rigamonti. 

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