Il sindaco Roberto Lagalla ha disposto la revoca dell’intitolazione del parco tra via Ernesto Basile e via Altofonte al vicequestore Ninni Cassarà, ucciso dalla mafia nell’agosto 1985.
E’ stata accolta la richiesta della famiglia che con alcune note aveva chiesto di togliere il nome dal parco aperto e poi chiuso da 10 anni in attesa di una bonifica dopo che è stato scoperto che in quell’area erano stati seppelliti amianto e rifiuti pericolosi.
All’agente ucciso col collega Roberto Antiochia in via Croce Rossa, il Comune vuole adesso intestare il parco urbano che si trova all’interno di Villa Trabia. Manca solo il via libera della Prefettura affinché la novità toponomastica vada in porto. Si tratta spesso in questi casi di una mera formalità. Anche perché la Soprintendenza ha espresso il proprio parere favorevole per la nuova intitolazione a condizione che venga mantenuta la denominazione storica Villa Trabia alle Terre Rosse.
Sul punto è intervenuta anche il consigliere comunale del M5S, Concetta Amella: “È comprensibile, dopo anni di degrado, abbandono ed inerzia, la richiesta della famiglia del commissario Cassarà, di far rimuovere la targa con il suo nome all’ingresso del parco a lui intitolato e chiuso da 10 anni dopo che ne è stata accertata la presenza di amianto nel sottosuolo. Ma adesso sembra profilarsi l’assurda prospettiva dell’abbandono definitivo di questo spazio, che rappresenterebbe l’unico polmone verde ed il solo luogo di socializzazione della IV circoscrizione. E questo dopo ripetute richieste da parte di comitati di cittadini, associazioni e, in particolare, dopo essere giunti al piano della caratterizzazione dell’area, passaggio indispensabile per procedere con le eventuali operazioni di bonifica.”
“Dopo anni di battaglie – spiega Amella – non intendiamo arrenderci, accettando che si possa porre la pietra tombale su questo parco che, tra l’altro, include anche il sito archeologico della Fossa della Garofala. Perciò abbiamo presentato una interrogazione al sindaco Lagalla per verificare le reali intenzioni dell’attuale amministrazione rispetto al futuro di quest’area, che va restituita ai cittadini indipendentemente dal nome che le verrà dato.”