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“Giù le mani dalla Sicilia” è la manifestazione organizzata da Italexit, insieme ai movimenti civici di Sviluppo Italia e Forza Palermo: agricoltori, allevatori, commercianti, pescatori, ristoratori, operatori turistici e culturali si sono riuniti a Piazza Indipendenza, di fronte Palazzo d’Orléans, sede della Presidenza della Regione Siciliana, per dire no all’attuale politica dell’Isola e dell’esecutivo nazionale.
Il tema è il rilancio dell’economia italiana e della Sicilia, dopo l’emergenza pandemica da Covid-19, ancora in corso, che ha letteralmente paralizzato le categorie produttive del territorio regionale, generando nuova crisi dei mercati e drammi sociali che hanno compromesso la tutela dei livelli occupazionali. Pensiamo alla vertenza dei lavoratori di Almaviva Contact, che sta interessando il capoluogo siciliano, sul cambio di appalto del call center di Ita: in questo momento 621 dipendenti dell’azienda si trovano in una fase delicatissima che mette a rischio i posti di lavoro. Ma è soltanto uno dei tanti esempi di un contesto economico-sociale critico, che si aggiunge alle problematiche evidenziate dai partecipanti alla manifestazione di questo pomeriggio.
Il senatore Gianluigi Paragone, fondatore del partito Italexit, non era presente all’incontro, impegnato in prima linea a Milano in vista delle elezioni amministrative e che vedono il parlamentare candidato a sindaco del capoluogo della Lombardia. Tuttavia non ha fatto mancare il suo supporto ai protagonisti della manifestazione, provvedendo a far pervenire la sua dichiarazione rispetto all’azione di governo targata Draghi e che si riflette anche in Sicilia.
“Oggi, appare sempre più chiaro che le mirabolanti promesse del Governo Draghi di assicurare uno sviluppo per l’Italia, in particolare per il Meridione, grazie ai fondi del Recovery Plan, nascondano di fatto un attacco all’economia del nostro Paese, soprattutto alle piccole e medie imprese”, ha detto Paragone, e sul tema della tutela ambientale ha aggiunto che “Il Ministero della Transizione ecologica, che dovrebbe realizzare la svolta verde, sta mettendo in atto la proposta di aumento a dismisura delle bollette elettriche e dei costi dell’energia.
E non finisce qui, perché “Si parla di una tassa sulla casa anche tramite la riforma del catasto. Le procedure dei pignoramenti relative alle case degli italiani che non possono pagare, e ai capannoni industriali delle imprese entrate in crisi, e la crisi è stata accelerata proprio dalla normativa relativa all’approvazione del recovery plan”.
Lo sviluppo economico passa anche dagli investimenti per il potenziamento delle infrastrutture, dalla valorizzazione di quelle aree portuali ancora carenti, dal miglioramento della rete ferroviaria. “Per la Sicilia– spiega il senatore Paragone – sono previste soltanto delle briciole, la Sicilia è rimasta fuori da qualsiasi investimento, ad esempio sull’alta velocità, non si parla dello sviluppo della rete infrastrutturale dei porti e degli aeroporti. Tutto è puntato al Nord, su Trieste, Genova, e addirittura si svende l’Alitalia e si condannano gli aeroporti siciliani alla marginalità nel nuovo sistema del trasporto aereo. In questa situazione – continua il fondatore di Italexit – è importante che le imprese siciliane, i produttori e i lavoratori si uniscano per portare avanti delle battaglie sul territorio come in questa manifestazione di oggi, che è soltanto un primo passo che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi. Siamo fiduciosi che gli italiani e i siciliani apriranno gli occhi, e sapranno comprendere la realtà dell’Europa al di là delle promesse.
“Le prossime elezioni amministrative a Milano – conclude Paragone – confidiamo diano un primo segnale del fatto che c’è una voglia di cambiamento che comincia ad emergere nella nostra società, da parte di chi non vuole arrendersi e vuole continuare a lottare per il riscatto dell’Italia e della Sicilia, della nostra identità culturale, della difesa delle nostre produzioni”.
Presenti all’appuntamento politico i fautori della manifestazione: il coordinatore provinciale di Italexit Palermo Paolo Franzella, Andrea Piazza, coordinatore cittadino Italexit Palermo, Ignazio Bongiovi‘ coordinatore cittadino Italexit per la Circoscrizione di Sciacca e Giuseppe Catalano presidente movimento civico Forza Palermo. Una presa di posizione comune che non tollera più “Una penalizzazione delle principali categorie produttive per l’economia siciliana, un disinteresse totale da parte della politica, una prevalenza di interessi che tendono a privilegiare, ad esempio, lo sviluppo legato al business dell’energia, penalizzando le nostre terre, la nostra identità culturale. La questione meridionale, oggi, è più attuale che mai. Chiediamo una politica che valorizzi il territorio siciliano. E parte dalla Sicilia un nuovo progetto politico che raccolga le istanze dei cittadini. Oggi lo spot della politica siciliana è quello del cambio casacca. Con Italexit non accadrà”.
Anche Carmelo Cammileri, vice presidente dell’Associazione Sviluppo Italia, il quale non ha potuto partecipare, ha fatto sapere che esiste “Un gruppo di persone che sta cercando di dare speranza ad un popolo che lavora, che subisce una politica disattenta. Credendo ancora che in questo mondo ci siano persone oneste, uniamo dei gruppi per raggiungere degli obiettivi comuni: unire più menti per bene e oneste”.