Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando deve fare in fretta e lo sa. Serve approvare alcune delibere urgenti e per questo il primo cittadino ha scritto al suo ‘omonimo’, il Presidente del Consiglio comunale Totò Orlando, per indicare i temi urgenti da trattare a Sala delle Lapidi.
In una missiva inviata all’uomo che siede sullo scranno più alto del Consiglio, il sindaco fa riferimento all’ultima riunione dei capigruppo data 4 maggio per la pianificazione dei lavori d’Aula e indica le priorità per la città. Si tratta in particolare del bilancio consuntivo, del Piano triennale delle opere pubbliche, del Piano Economico Finanziario della Tari e del regolamento dei beni confiscati.
Una serie di atti decisamente rilevanti e che a un anno dalle prossime elezioni potranno essere approvati soltanto con un lavoro intenso da parte dell’Aula. C’è inoltre da considerare la situazione politica che mette ‘sotto scopa’ il sindaco in questo momento.
Poche settimane fa, infatti, proprio la mancata approvazione del Piano triennale delle Opere Pubbliche ha aperto la ‘crisi’ a Palazzo delle Aquile che ha portato all’uscita di Italia Viva dalla maggioranza. Orlando ha poi chiesto uno sforzo di collaborazione alle opposizioni, che hanno cordialmente (si fa per dire) rifiutato, rilanciando e chiedendo le dimissioni anticipate del primo cittadino (qualcuno auspicando elezioni a ottobre).
Cosa succederà, dunque, adesso? E’ cambiato qualcosa? La riunione dei capigruppo del 4 maggio (13 giorni fa) porterà ai frutti desiderati dall’amministrazione attiva nella città delle centinaia di bare ancora senza degna sepoltura? Nella città sommersa dai rifiuti?
In Consiglio comunale, gli ultimi eventi hanno fatto capire che le premesse non sembrano quelle ispirate alla collaborazione. E a un anno dalle elezioni, fatta eccezione per i renziani che fino a poco tempo fa avevano due assessori in giunta, salvo poi ritirarli sulla via di Damasco, come se da un giorno all’altro le cose fossero cambiate all’improvviso, ognuno si prepara a portare la propria proposta elettorale preparata durante questa lunga stagione orlandiana: chi con il Professore e chi, invece, contro.