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Palermo, Pd candida Miceli a sindaco. Bordonaro: “Ha fatto politica 20 anni fa. E il rinnovamento?”

mercoledì 2 Marzo 2022

Dialogo, incontro, confronto, voglia di unità, buone candidature: sono i presupposti imprescindibili messi avanti dal Partito democratico siciliano, dopo l’incontro politico tra Nicola Zingaretti e i dem dell’Ars per parlare di amministrative che fra tre mesi vedranno Palermo protagonista.

E a tre mesi dalle elezioni, finalmente il centrosinistra palermitano rivela il nome del papabile inquilino di Palazzo delle Aquile: tra le proposte Franco Miceli, l’ex presidente dell’Ordine degli Architetti di Palermo e oggi presidente nazionale della categoria. Sarà il profilo adeguato per sostenere una sfida competitiva e potenzialmente vincente per il dopo Orlando?

“Oggi mi arriva questa candidatura di Miceli: il Micari 2. Non lo conosco e quindi non ho nulla di personale contro di lui, ma è il metodo che non mi convince. Stiamo prendendo una persona che è stata in politica vent’anni fa, il classico presidente dell’Ordine. Ma quale forma di rinnovamento stiamo dando? Tutto quello che ci siamo detti dove è andato a finire?”, questo è il disappunto sollevato da Valerio Bordonaro responsabile regionale per gli Affari europei del PD Sicilia, al quotidiano de ilSicilia.it

Il giovane palermitano 34 enne e militante nella squadra di Enrico Letta non ci sta, soprattutto dopo il silenzio protratto in tutti questi mesi, motivo per cui Bordonaro aveva elaborato delle proposte condivise con un gruppo di ragazzi e ribadite in direzione regionale del Pd, dato che le sollecitazioni sono più volte arrivate anche da parte di Roma. Sulle possibili candidature Bordonaro aveva già espresso l’esigenza di partecipazione e sapere le decisioni in linea con le direttive della direzione nazionale che è quella del rinnovamento.

Tutte le uscite date dalla leadership locale del Pd sono di questo tipo. Ci siamo detti su tutti livelli del partito che ci vuole essenzialmente un rinnovamento generazionale, quindi non solo cosmetico ma di sostanza, vero, che non significa eliminare il vecchio – precisa Bordonaro – ma è integrare il nuovo, e ci tengo a sottolinearlo. A Palermo non possiamo vivere solo con il fatto che il brand nazionale in questo momento brilla di più e poi offriamo ciò che abbiamo offerto negli ultimi vent’anni. Nelle ultime tornate elettorali il Pd locale ha registrato i peggiori dati di sempre, e mi riferisco alle comunali e alle regionali del 2017 – continua il dirigente palermitano – Come possiamo riproporre la stessa minestra che ha avuto il peggior risultato degli ultimi tempi, sperando che il  brand nazionale ci renda più alla moda? Per me non funziona così perché la società cambia. Non si tratta di una semplice battaglia giovanilistica, che poi è spostata da persone non solo giovani come me ma anche da chi ne ha 50 di anni che guardano a questo nuovo spirito di fare politica. Parlando con tutti è questa l’idea”.

Insomma, il protagonismo e le idee delle nuove generazioni sono la più importante missione di questo tempo, soprattutto per un Paese come l’Italia. Prima del Covid si ripeteva che l’Italia non è un Paese per giovani, dunque il primo grande investimento da fare è sulle persone e sul valore del capitale umano, a cominciare dalle ragazze e dai ragazzi per realizzare davvero un salto nel futuro per il Bel Paese: Perché ci vuole una nuova generazione per rinnovare la politica e cura della cosa pubblica.

E a tal proposito, Valerio Bordonaro, rientrato nella sua città natale dopo 14 anni, avendo lavorato presso le Nazioni Unite e a Bruxelles all’interno della Commissione e del Parlamento europei, poi nel 2016 al fianco di Letta come un forte attivista per i dem non nasconde che al prossimo tour elettorale “Ho la seria intenzione di candidarmi al Consiglio comunale di Palermo, ma in controtendenza ad un candidato del genere, sperando di essere utili, sull’appiglio che il rinnovamento non venga spazzato via del tutto”. Ma non si tratta di un’ambizione da soddisfare a tutti i costi perché “Vogliamo essere resi partecipi delle cose e delle decisioni”, ha ribadito Bordonaro.

Insomma il PD diventi finalmente quello strumento di partecipazione e cambiamento, attraverso il coinvolgimento di tante nuove persone a cominciare da quelle delle generazioni più giovani, che in questi anni ha fatto più fatica a raggiungere. Rinnovare la politica, costruire una classe dirigente diffusa sul territorio, permettere un proficuo scambio tra le generazioni all’interno del partito è il progetto auspicato.

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