Il Palermo può ambire al secondo posto? Tutto è ancora matematicamente possibile ma lo strappo della Cremonese, uscita vittoriosa dallo scontro diretto con il Como, e la discontinuità di rendimento della compagine rosanero non lasciano intravedere nulla di buono.
Proprio quest’ultimo elemento è stato sempre il cruccio di Eugenio Corini. Aggrapparsi alla speranza che le avversarie rallentino bruscamente la propria corsa, come nello scorso campionato, in vista del faticoso rush finale, non è sufficiente. Sarà dunque necessario ritrovare lo spirito (o la fortuna?) che nel primo scorcio della stagione aveva contraddistinto il club di viale del Fante. Questi e tanti altri propositi fanno si che il match contro il Venezia sia tra i più attesi e delicati della stagione.
C’è da mettersi il cuore in pace, ormai è chiaro: il Palermo non è bello e soprattutto non balla.
Si contano sulle dita di una mano le volte in cui il collettivo è stato promosso a pieni voti, in netta contrapposizione alle uscite in cui sono stati i singoli a brillare, facendo la differenza. Ma un fenomeno al quanto misterioso e di dubbia origine da tempo si è abbattuto su chi atterra sul capoluogo siciliano. Una sorta di pandemia, un virus che lentamente spegne la luce e lo spirito che agli esordi sono capaci di far innamorare i tifosi. E’ capitato a Vasic, Di Francesco, Henderson, Coulibaly, Graves, Ceccaroni o Mancuso e sembra incombere anche su Diakité e Ranocchia.
Cosa è successo agli ultimi due arrivati? Probabilmente influenzati e condizionati dal contesto generale, anche gli ex Ternana e Juventus hanno accusato un calo nel loro rendimento ma a farne le spese sono stati anche i risultati del club siciliano. Divenuto in brevissimo tempo un Palermo Ranocchia-centrico, la squadra rosa sembra aver perso la bussola senza la spinta propulsiva del classe 2001, soffrendo anche l’opaca lucidità del francese sulla destra. Una piccola parentesi o il consueto declino a cui ormai la piazza rosanero è abituata? L’affaticamento del numero 14 inizia però a farsi sentire anche dal punto di vista fisico: uscito zoppicante dal Rigamonti-Ceppi, rientrerà in campo non prima di Pasquetta a causa di una lesione al bicipite femorale della coscia destra.
Il ritorno al Barbera contro la formazione di Vanoli sarà fondamentale per capire lo stato dell’evoluzione o dell’involuzione dell’undici di Corini, attualmente a un bivio dopo la sofferta vittoria di “corto-muso” a Lecco. La storia potrebbe però avere un epilogo differente viste le caratteristiche insite dei lagunari. Così come all’andata, ma anche come contro avversarie come Parma, Cremonese, Como o Modena, i rosanero hanno dimostrato carattere e di poter competere con chiunque. Impostare e gestire il gioco, dall’inizio alla fine, non mai stato il punto forte dei palermitani, più abili e astuti nei casi opposti. Per tali ragioni, anche a favor di statistica, i pronostici alla vigilia non appaiono poi così neri. Strappare i tre punti ai veneti significa tenere viva almeno la pista per un posto comodo ai playoff.
Venezia sarà anche l’ultimo ostacolo prima della sosta. Poi ne mancheranno solo otto. Le ultime otto del campionato, del Palermo in cadetteria o dell’era Corini?