Si mobilita il fronte della politica contro la realizzazione dell’hot-spot allo Zen, che dovrebbe ospitare circa 400 migranti, e che viene definito una “bomba sociale” visto il contesto già complicato in cui si andrebbe ad inserire. Il timore più diffuso, anche tra i residenti, come è possibile vedere dal video, è il rischio di andare ad alimentare ulteriormente la criminalità rendendo più difficile la vivibilità all’interno del quartiere.
La struttura dovrebbe rimanere presente per due anni, ma in molti temono che vada a finire come per il campo Rom presente dentro il Parco della Favorita, e per il quale, da tempo, i residenti e le associazioni chiedono il trasferimento degli occupanti in un contesto più idoneo.
Riguardo l’hot-spot una manifestazione di protesta si è tenuta di pomeriggio alle 17, tra via Patti e via Lanza di Scalea, proprio all’ingresso di Fondo San Gabriele “per manifestare contro la costruzione del più grande lager da realizzare in Sicilia – ha affermato il deputato regionale Vincenzo Figuccia – Il luogo scelto per realizzare un hot-spot per migranti è lo Zen. Praticamente vogliono sperimentare un laboratorio urbano da far esplodere, creando un luogo-ghetto di disagio e marginalità sociale. Aiutatemi a dire No“.
A prendere parte al sit-in il consigliere comunale Sabrina Figuccia, secondo cui l’hot-spot dovrebbe essere realizzato “in un’area di quasi 50 mila metri quadrati, trasferiti al Comune di Palermo a seguito di confisca. L’intera area destinata a verde storico ha un vincolo per la creazione di impianti sportivi ed è proprio in questo che il Sindaco dovrebbe impegnarsi, invece, di creare un nuovo ghetto che peggiorerebbe le già complesse condizioni del territorio. Personalmente immagino un centro per giovani e non solo, con attività sportive e culturali.
Per questo sarò al fianco dei residenti – continua Figuccia – insieme a storici, tecnici e personale sanitario per dimostrare che chi protesta contro la realizzazione di questo hotspot, costituito da tendostrutture e moduli prefabbricati, ha ragione su tutti i fronti. Non si possono più mascherare interessi e finto progressismo dietro il naturale spirito di accoglienza che contraddistingue noi palermitani. Anche il campo rom della Favorita doveva essere una soluzione temporanea e invece sappiamo tutti cosa è accaduto“.
Sulla vicenda è intervenuta anche Nadia Spallitta, esponente della sinistra di Palermo, già vice presidente vicaria del Consiglio comunale: “La realizzazione di un Hot-spot a Palermo non si addice ad una città dell’accoglienza, al mosaico, parola tanto amata dal nostra sindaco Leoluca Orlando, delle tante diversità che ci caratterizzano.
Un progetto che non si addice ad una città Capitale della cultura – commenta – Credo che il gruppo consigliare Sinistra Comune debba uscire da quello che, a mio avviso, è un ambiguo sostegno ad un’Amministrazione comunale a conduzione ‘renziana’. Questo gruppo consiliare – conclude Nadia Spallitta – dovrebbe prendere le distanze da scelte che contrastano con i principi di solidarietà sociale della sinistra e iniziare, da questo momento, una sana e costruttiva opposizione. Ciò servirebbe a garantire una maggiore trasparenza e democrazia alle scelte che riguardano la città“.