Tornano a protestare davanti a Palazzo delle Aquile i 2400 dipendenti del Comune di Palermo che attendono la stabilizzazione da vent’anni.
La situazione sembrava essersi risolta, con il sindaco Lagalla che aveva assicurato che con l’approvazione del bilancio l’amministrazione li avrebbe portati a 30 ore lavorative, confermandolo anche nella conferenza stampa della scorsa settimana, con cui la giunta ha illustrato i primi sei mesi di mandato.
Il bilancio è stato approvato il 27 dicembre, con le somme – 9 milioni di euro – che dovevano essere impegnate entro il 31 dicembre per non perderle. Nel Piano esecutivo di gestione risulta l’impegno preso, ma viene specificato che resterà vincolato alla firma del patto con lo Stato.
Ieri, in un incontro con i rappresentanti della sigla sindacale Usb, l’assessore al Personale, Dario Falzone, secondo quanto scrivono nella nota del sindacato, avrebbe dichiarato che l’amministrazione “ha fatto grandi sforzi per l’aumento a 30 ore con le risorse disponibili, poi a fine anno si valuterà un ulteriore aumento di circa 2 ore, per raggiungere successivamente il massimo che la platea può ottenere, ovvero 34 ore”.
“Ci sorge un dubbio – commenta Marina Pagano, delegata del sindacato di base Usb Funzioni locali -. Come si sono potute fare le nuove assunzioni dei 52 assistenti sociali e dei 7 revisori se il Comune non può assumere? Ed ancora come mai verranno trasformati circa 300 contratti da part time a full time per il personale afferente la cittadinanza solidale e la pubblica istruzione?”
Inoltre, nella nota, il sindacato si chiede “come verranno spesi i 3,5 milioni di euro dei residui del turnover del personale nonché i 5 milioni di euro liberi, così come dichiarato il 27 dicembre in aula consiliare dal sindaco in persona”.
Intanto, il sit-in di protesta iniziato oggi proseguirà fino a venerdì 13 gennaio.