Dopo il lungo dibattito in sala delle Lapidi, alla fine il consiglio comunale di Palermo ha deciso di votare contro lo stralcio automatico delle cartelle esattoriali sotto i mille euro. E la polemica tra maggioranza e opposizione non si placa.
“Il Comune di Palermo non aderisce allo stralcio parziale delle cartelle fino a mille euro, relative agli anni 2000 – 2015, previsto dalla finanziaria Meloni – scrivono in una nota congiunta le consigliere e i consiglieri di Pd, Progetto Palermo e Movimento 5 Stelle -. I cittadini non potranno, dunque, usufruire automaticamente dello stralcio degli interessi e delle sanzioni. Una scelta, quella della giunta Lagalla che, come abbiamo fatto rilevare nel corso del dibattito d’aula, non è motivata da alcun dato oggettivo che ne dimostri la convenienza per le casse del Comune e per i cittadini. Una grave carenza istruttoria della proposta di delibera che ha causato più volte il rinvio del consiglio comunale per superare le divisioni interne alla maggioranza. Davanti all’improvvisazione della giunta, nell’impossibilità di valutare l’effettivo impatto sulle casse dell’Ente e a fronte dei prevedibili svantaggi per i cittadini che, per avvalersi dello stralcio, saranno gravati da adempimenti burocratici e dei relativi costi, non potevamo che decidere di astenerci“.
Di tutt’altro avviso, ovviamente, la maggioranza, che si è espressa all’unisono attraverso i capigruppo Domenico Bonanno (Dc), Gianluca Inzerillo (FI), Giuseppe Milazzo (FdI), Dario Chinnici (Lavoriamo per Palermo) e Alessandro Anello (Lega – Prima l’Italia): “L’approvazione del diniego dello stralcio parziale dei crediti vantati dagli Enti locali è la conferma del percorso irreversibile di risanamento dei conti del Comune di Palermo. Con questo ulteriore atto, fortemente voluto dall’amministrazione Lagalla e dal vicesindaco Varchi, l’Ente non perderà un solo euro e il cittadino avrà comunque la possibilità di accedere a forme agevolate di pagamento con la cosiddetta ‘rottamazione quater’ – dicono -. Ad esempio, il debitore potrà usufruire di un piano di rateizzazione ben più lungo e agevolato (18 mesi), rispetto all’attuale regolamento comunale. Inoltre – aggiungono -, in consiglio è stato approvato un ordine del giorno con cui si chiede di impegnare l’amministrazione, da un lato, ad assumente ogni pertinente misura affinché il cittadino possa essere accompagnato ad un proficuo utilizzo del cassetto tributario, dall’altro, a porre in essere ogni necessaria e utile azione volta ad aumentare la riscossione dei tributi in città, l’origine di tutti i problemi”.
Si inserisce tra i commenti anche il presidente del consiglio comunale, Giulio Tantillo: “Il dibattito che ha portato all’approvazione della delibera consiliare relativa allo stralcio delle cartelle esattoriali, al di là delle legittime posizioni espresse dalle singole forze politiche così come dalla maggioranza e dalla opposizione, ha evidenziato la comune volontà di non gravare ulteriormente i cittadini e le famiglie, in questo momento di grave difficoltà economica per la nostra comunità. Il tutto senza rinunciare a somme dovute all’amministrazione che costituiscono un importante elemento di entrata contabile nella difficile situazione finanziaria del nostro Comune. Credo che l’approvazione di un ordine del giorno, che fornisce chiare indicazioni all’amministrazione affinché tutti i cittadini siano informati e possano accedere alla cosiddetta rottamazione prevista dalle norme nazionali, rappresenti il punto di unione tra le diverse posizioni emerse, volte comunque a unire rigore nella tenuta contabile e rispetto per le difficoltà dei contribuenti”.
Dal vicesindaco, Carolina Varchi, che ha anche la delega al Bilancio, arriva una riflessione: “Molto opportunamente il governo Meloni – dice – ha previsto due norme che vanno nella stessa direzione: una è quella dei commi 222/227 per i comuni più floridi e virtuosi e l’altra è quella del comma 231 della rottamazione quater alla quale noi dobbiamo puntare come Ente in precarie condizioni economiche. Sono entrambe norme ottime pensate per Comuni in differenti condizioni. La cosa importante – spiega – è che per il cittadino che vuol pagare non cambia nulla, avrà comunque lo stralcio di sanzioni e interessi. Invece, il cittadino che non vuole pagare verrà perseguito per il recupero dell’intera somma“.