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Palermo, tre nuove opere al Museo di Casa Professa. Samonà: “Iniziativa frutto della collaborazione fra Soprintendenza e Rettoria” CLICCA PER LE FOTO

martedì 7 Dicembre 2021

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Tre preziose opere, due dipinti fiamminghi del XVI secolo e uno siciliano del XIX secolo, verranno presentate giovedì 9 dicembre 2021, alle ore 16, al Museo di Casa Professa alla presenza dell’Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, di Giovanna Casalicchio del Fondo Edifici di Culto e di Selima Giorgia Giuliano, Soprintendente dei Beni Culturali di Palermo.

L’esposizione è stata resa possibile grazie alla messa a punto del sistema di protezione che consente finalmente di esporre in sicurezza le opere all’interno dello spazio espositivo allestito nel 2009, di concerto con la Soprintendenza di Palermo.

La presentazione delle opere è un’occasione preziosa oltre che per conoscere tre capolavori, anche per percorrere l’itinerario espositivo realizzato all’interno della Chiesa del Gesù di Casa Professa con la collaborazione della Soprintendenza dei Beni Culturali di Palermo. L’iniziativa, infatti, – sottolinea l’assessore Samonà – offre anche l’opportunità di compiere un interessante viaggio alla scoperta delle opere d’arte contenute dello splendido edificio barocco, che sono apprezzabili ai visitatori grazie alla musealizzazione delle opere contenute negli enormi armadi presenti nella Sacrestia. Un’attività di collaborazione e affiancamento che consente di ammirare opere di grande bellezza e importanza, per secoli nascoste allo sguardo e ora visibili nell’allestimento che parte dalla Sacrestia e attraversa il complesso monumentale. Ancora una volta una felice collaborazione che offre al visitatore la possibilità di scoprire la storia nascosta di una regione, la Sicilia, che ha un incommensurabile ed eccezionale patrimonio storico e devozionale“.

Quanto ai tre dipinti oggetto della presentazione, si tratta di tre opere di particolare pregio di dimensioni contenute. Il primo dipinto è un olio su tavola raffigurante una Madonna con Bambino dormiente, riferibile al rinomato pittore Joos van Cleve e alla sua bottega. L’opera, che risale ai primi decenni del Cinquecento, si inserisce nell’ambito della diffusione in Sicilia di questa tipologia di immagine devozionale propria dell’artista fiammingo che, con molta probabilità, soggiornò in Italia settentrionale. Il secondo dipinto, Madonna leggente con Bambino, attribuibile ad una bottega siciliana di cultura fiamminga del XVI secolo, sarà illustrato dalla restauratrice Martina Di Napoli e dalla relatrice, prof.ssa Belinda Giambra che lo hanno riportato all’originario splendore grazie ad un intervento di restauro realizzato nell’ambito della tesi di Restauro del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei beni culturali dell’Università di Palermo. Il terzo dipinto, del palermitano Luigi Lojacono, raffigura una scena di Combattimenti garibaldini. Pittore animato da istanze romantiche, il Lojacono si dedicò in particolare alla rappresentazione di scene di battaglia dall’afflato patriottico operando su piccole tele e lastre di rame. Il dipinto è stato ricollocato vicino alla Marina, realizzata dal figlio Francesco, pittore famoso per le sue vedute di Palermo.

Quanto al percorso espositivo, “la musealizzazione delle opere e degli oggetti sacri contenuti nella Chiesa dei Gesuiti – precisa il Rettore, padre Walter Bottaccio – è frutto di un importante progetto di valorizzazione del patrimonio avviato qualche mese fa e inizia dalla Sacrestia dove, in collaborazione con i tenici della Soprintendenza dei beni Culturali di Palermo di Palermo, abbiamo avviato l’allestimento della mostra “Casa Professa apre gli armadi”, esposizione permanente delle opere d’arte che raccontano la storia dell’Ordine dei Gesuiti“.

L’itinerario espositivo sarà accompagnato da due giovani studiose, Giusy Pellegrino e Conny Catalano, che hanno appena dato alle stampe una pubblicazione che descrive il Museo e le opere contenute.

L’iniziativa, fino ad ora mai realizzata, svela ai visitatori gli inestimabili tesori custoditi dentro i grandi armadi lignei della sacrestia: reliquari, calici, pissidi in argento, ceroplastiche, sculture lignee e altri arredi provenienti, oltre che dalla stessa Casa Professa, anche da vari collegi siciliani della Compagnia del Gesù e da donazioni private.

Al centro della sacrestia sono esposti alcuni paramenti ecclesiastici di seta finemente ricamati in oro e argento da maestranze siciliane nei secoli XVII-XVIII e una pregevolissima stola proveniente dalle missioni in India della Compagnia di Gesù. Completa l’esposizione un ombrellino processionale di taffetas di seta ricamato e ornato con tanti piccoli campanellini dorati.

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