“Stop porno ai minori e parental control”, il governo Meloni, nel Consiglio dei ministri del 7 settembre 2023, aveva indicato queste due novità nel “decreto legge Caivano”, ma di fatto non ha indicato una nuova soluzione tecnologica per contrastare l’accesso ai siti porno da parte dei minori. Né il blocco ai siti con contenuto porno per i giovanissimi né l’uso di app di terze parti per verificare l’età degli utenti online.
Peccato che..quello che è stato annunciato sul parental control è una misura che esiste già e che i produttori offrono già gratuitamente. La ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, propone un’ulteriore diffusione del parental control, ignorando che è già presente su tutti i dispositivi e sistemi operativi.
La Ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, ha espresso il desiderio di diffondere ulteriormente questa misura, ignorando il fatto che il parental control è già integrato e disponibile su tutti i dispositivi. È incluso nei sistemi operativi Android e iOS, nei videogiochi per limitare contenuti inappropriati e persino nelle TV.
Il decreto in questione prevede l’obbligo per i fornitori di servizi di comunicazione elettronica di garantire applicazioni di controllo parentale nei loro servizi e, in futuro, per i produttori di dispositivi di telefonia mobile di installare queste applicazioni per default nei nuovi dispositivi.
Nella realtà, in gran parte questo è già contenuto nella legge 30 aprile 2020, n. 28 in materia di “sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio”, che prevede, nei contratti per i semplici consumatori, l’implementazione di sistemi di parental control da parte degli operatori sia sugli smartphone sia sui siti web. Sono esclusi dall’ambito di applicazione i contratti rivolti ad una clientela di tipo business.
Il parental control previsto dalla legge di più di 3 anni fa – nata dalla “norma Pillon”– sarà operativo dal 21 novembre prossimo, grazie alle linee guida emanate da AGCom.
Questo pone dei problemi tra la norma emanata dal governo Meloni e il percorso delle linee guida di AGCom che dovrà scattare automaticamente oppure si dovrà dare “tempo ai produttori di inserire l’app del parental control”, come ha indicato la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella in conferenza stampa il 7 settembre?
Ad esempio sulle app del gruppo Meta, Facebook, Instagram e Messenger, il controllo parentale consente di visualizzare i tempi di utilizzo del social da parte del minore, impostare delle fasce d’orario in cui l’adolescente può accedere, leggere la lista di amici e follower e anche vedere chi può inviare messaggi.
Su TikTok esiste invece la “modalità limitata” che, una volta attivata, restringe l’esposizione a contenuti che potrebbero non essere adatti a tutti, come i temi per adulti; con il collegamento familiare, inoltre, un genitore può collegare il proprio account TikTok a quello dei propri figli e impostare le opzioni del controllo. Anche i due principali sistemi operativi per dispositivi mobili, iOS di Apple e Android di Google, in fase di impostazione di un account per i minori spiegano nel dettaglio cosa un genitore o un tutore può fare.
Google invita a installare a questo scopo Family Link, anche YouTube ha una sezione Controllo genitori mentre Apple gestisce tutto nella sezione Famiglia. E Microsoft permette di sfruttare le funzionalità di Family Safety per mettere dei paletti all’utilizzo del sistema e dei contenuti, app comprese. Riguardo ai videogames, uno degli scenari in cui gli adolescenti si ritrovano immersi maggiormente, sempre Microsoft ha il sistema Xbox Family Settings per gestire il profilo di un gioco sulla console di un minore, decidendo gli orari di gioco ma anche le notifiche in arrivo da altri utenti.
Alla stessa maniera Sony, sulla PlayStation 5, dà l’opportunità di impostare un filtro contenuti, che nasconde dalla lista dei videogame quelli vietati a certe fasce d’età. Infine i televisori, così come i servizi di streaming più famosi, integrano il controllo parentale, per evitare che i più piccoli accedano a contenuti per un pubblico maggiorenne.
Sul rapporto baby-gang e nuove tecnologie, il Consiglio dei ministri ha invece previsto che il Questore possa proporre all’Autorità giudiziaria di vietare, a determinati soggetti di età superiore ai 14 anni, di possedere o utilizzare telefoni cellulari e altri dispositivi per le comunicazioni dati e voce quando il loro uso è servito per la realizzazione o la divulgazione delle condotte che hanno determinato l’avviso orale.
Ma come si realizza, concretamente? Ma soprattutto, si potrà eludere tutto ciò? Basterà chiedere a un amico/a di 15 anni, età minima richiesta, di farsi intestare la SIM e farsi poi anche comprare lo smartphone?
La vera sfida, tuttavia, sembra essere la mancanza di consapevolezza tra i genitori. Sia Google che Apple, quando si crea un account per un minore, forniscono informazioni sul parental control, ma molti genitori non sembrano sfruttare queste funzionalità. Anche se esistono soluzioni efficaci e facili da usare, alcune famiglie digitali sembrano non conoscerle.
È importante sottolineare che la protezione dei minori online è cruciale, ma questa protezione è già a portata di mano. Ciò che manca è la consapevolezza e l’educazione digitale nelle famiglie. Se persino la Ministra della Famiglia non è a conoscenza di queste risorse, è evidente che c’è ancora molto lavoro da fare per informare i genitori e proteggere i nostri giovani online.
Questo solleva un’importante questione sulla consapevolezza dei genitori riguardo al parental control. Mentre i produttori hanno reso i dispositivi più sicuri per i minori, la mancanza di utilizzo da parte dei genitori rappresenta ancora una sfida nella protezione dei giovani online.
Cos’è il Parental Control
Il Parental Control, detto anche “controllo parentale” o “controllo genitori” è uno strumento sempre più utile, perché consente ai genitori di monitorare i contenuti web e televisivi a cui possono aver accesso i propri figli.
Parental Control: perché è importante
Con l’avvento del web, da una decina di anni a questa parte, bambini e adulti sono sottoposto ad una quantità di contenuti davvero difficile da gestire. Ad oggi, 8 bambini su 10 navigano abitualmente sul web, e più della metà senza alcun controllo da parte dei genitori. Anche la soglia di età si è abbassata, infatti l’età media che vede i bambini attivi su internet è fissata a 12-13 anni.
È sempre crescente quindi il rischio che i bambini diventino vittime di contenuti che mostrano violenza e illegalità, o di materiale che promuove comportamenti inappropriati e persino pericolosi per la salute, come ad esempio la challenge di qualche anno fa chiamata “blu whale”.
Questo rischio è legato anche ai canoni estetici proposti dal web, che potrebbero spingere i ragazzini a sviluppare disturbi alimentari al fine di perseguire un’ideale di magrezza irrealizzabile. Anche i filtri stessi dei social network rivelano una potenziale minaccia, perché ragazzi e ragazze, non riconoscendosi in quell’immagine perfetta di loro stessi, possono cadere in stati depressivi. Anche i giovani adulti sono potenzialmente esposti allo stesso tipo di contenuti, ma avendo una consapevolezza maggiore, è più difficile che diventino vittime di tali dinamiche.
Per i bambini la questione è bene diversa, non avendo ancora una maturità tale da poter discernere cosa è giusto e cosa è sbagliato e quali sono i modelli da seguire.
Ecco quindi, che si rivela utile attivare una Parental Protection, ovvero un sistema che permette di selezionare i contenuti che possono essere visti da bambini e ragazzi e, al contrario bloccare quelli ritenuti meno adatti. Questo sistema va comunque sempre affiancato da una buona comunicazione, che risulta imprescindibile al fine di poter fare un ragionamento con il bambino e avvicinarlo autonomamente alla comprensione di alcune tematiche.
Il Parental Web Control si rivela quindi uno strumento utile per non privare bambini e giovani ragazzi dell’utilizzo dei dispositivi (smartphone, tablet, ecc.) ma, al tempo stesso, prevenire ogni rischio.
Parental control: quando è utile
Come anticipato, Il Parental Control è uno strumento che consente di impostare i contenuti che possono o non possono essere mostrati al bambino. L’utilizzo del Web Parental Control, può essere messo a punto con vari livelli di controllo: dai più soft, fino a controlli ferrei.
Bisogna quindi discernere il grado di controllo che è corretto esercitare sul figlio:
Dai 0 ai 12 anni, vi è necessità di attivare il Parental Filter per la maggior parte dei canali a cui il bambino ha accesso.
Dai 12 anni in poi, il Controllo genitori internet, è comunque fortemente raccomandato, ma si può impostare un libero accesso ad alcune tipologie di contenuto.
Di 16 anni in poi, può anche risultare superfluo ma andrebbe utilizzato se il ragazzo soffre di qualche problematica che può essere influenzata negativamente dall’attività sui diversi canali di comunicazione.
Come funziona il Filtro per bambini
Il parental control permette di fare fondamentalmente quattro azioni:
Azionare il blocco parentale dei contenuti: tramite la creazione di black list, ossia liste in cui sono inseriti i contenuti a cui i bambini non possono accedere. Questo si fa attraverso l’inserimento delle opportune parole chiave (ad esempio: pornografia) che consentono di attivare il Parental Lock.
Limitare il tempo di fruizione dei contenuti di determinati canali.
Consentire l’accesso ad alcuni contenuti: attraverso la creazione di white list, ovvero liste che rappresentano i contenuti a libero accesso per i bambini.
Controllo dei contenuti visualizzati: con questo sistema si può monitorare le attività del bambino sul browser, attraverso diversi sistemi di reportistica.
Come attivare la Protezione Parentale
Ci sono diversi sistemi con cui attivare il Parental Control.
Nella maggior parte dei casi non vi è la necessità di acquistarlo esternamente perché, ad oggi, la maggior parte dei dispositivi ha le funzioni di internet Parental Control già integrate.
Se i bambini utilizzano dispositivi in condivisione con i genitori, è possibile creare dei profili diversificati. Ad esempio si può procedere con la creazione di un account “adulti” o “genitori”, coperto da password ed uno denominato “bambini” o “figli” con tutte le impostazioni del caso. In questo modo, quando i diversi membri della famiglia utilizzano i dispositivi, potranno navigare secondo le modalità prestabilite.
Come impostare il Parental Internet Control sui vari dispositivi
Parental control su Google: il motore di ricerca mette a disposizione un’app chiamata Family Link, con la quale i genitori possono visualizzare la cronologia, creare black list, impostare limiti di tempo per la fruizione dei contenuti sul web.
Parental Control su Android: in questo caso il sistema operativo mette a disposizione per i propri dispositivi la possibilità di creare account diversificati. Si procede quindi selezionando la voce “aggiungi ospite” per creare il profilo del bambino. Sulle app scaricate che lo consentono è possibile quindi attivare il parental control attraverso le impostazioni.
Parental Control su dispositivi Apple: si può accedere intuitivamente al parental Control attraverso le impostazioni sul Pannello di controllo o Preferenze di sistema.
Parental Control su Windows: esclusivamente per i PC, Windows ha messo a disposizione un programma chiamato Windows Live Family Safety, che esercita un controllo sulle attività fornendo un report ad ogni azione che viene compiuta.
Parental Control su You Tube: è possibile accedere al servizio Youtube Kids selezionando anche la fascia d’età che corrisponde a quella del figlio. In questo modo, la fruizione dei contenuti sarà bloccata o, al contrario sbloccata, in base all’età e al consenso da parte dei genitori stabilito in fase di impostazione.
App e programmi utili per attivare i Parental Controls
Yu Control: un software per il Parenting Control che consente di tenere sotto controllo le attività svolte sul web attraverso una reportistica e avvisi in tempo reale. Il sistema invia una notifica al genitore ad ogni nuova navigazione. Si potrà quindi decidere se bloccare la navigazione, anche a distanza, oppure no.
BinarySwitch Eclipse: Un programma che funziona su diversi browser e consente di impedire l’accesso a determinati contenuti sul PC.
Care4Teen: Si tratta di un’app gratuita, per monitorare a distanza siti, giochi, posizione, sms e chiamate.
Kids Place: Un’app disponibile su Google Play, adatta al controllo dei più piccoli che consente di creare un profilo personalizzato per il bambino e impostare le app a cui può accedere. Inoltre, è possibile anche impostare un temporizzatore per fissare un limite temporale di fruizione del dispositivo.
KidLogger : Software gratuito (Windows, Android, iOS) , consente in pratica solo di controllare tutte le attività del ragazzo, ma non di bloccarle. Tra queste: Il tempo trascorso sul dispositivo, le app utilizzate e le attività social. Il registro delle attività si limita a 9 giorni, ed è ampliabile con le versioni a pagamento.
Controllo Genitori Screen Tim: App disponibile in due versioni su Android, iOS, Kindle . In quella gratuita si può controllare il tempo trascorso dai ragazzi sullo smartphone, si può vedere quali app sono state usate e per quanto tempo, quali ricerche sono state effettuate e altro ancora; nella versione Premium a pagamento si può bloccare l’utilizzo delle app selettivamente, bloccare tutte le attività, ricevere un report quotidiano e altro. La versione Premium si può provare gratuitamente per 14 giorni.
Spazio Bimbi Parental Control: Questa app presente su Android consente non solo di accedere alle app approvate dai genitori, bloccando le altre, ma anche di bloccare le chiamate, l’invio di messaggi o l’esecuzione di attività che potrebbero costare denaro. Tra le feature Premium (a pagamento) vi è la possibilità di impostare un timer per limitare l’utilizzo quotidiano del dispositivo e un timer per bloccare il funzionamento delle app dopo un periodo di tempo specifico.