Nell’anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura, evento che coinvolge non solo il capoluogo nella promozione culturale, solleva non poco clamore la decisione del Comune di Partinico, nella persona del commissario straordinario Maurizio Agnese, di chiudere al pubblico la Real Cantina Borbonica, monumento simbolo per la città.
Nella delibera redatta da Nadia Vitale, sostituto responsabile del settore, si legge: “Da un attento esame delle richieste delle visite guidate e di concessione in uso del bene monumentale si è avuto modo di verificare l’esiguità del numero di visitatori della struttura, che si riduce notevolmente, con una oscillazione da 50 a 100 visitatori annui, se si tiene conto solo dei visitatori che si presentano presso il bene monumentale senza preventiva prenotazione”.
In realtà continuando nella lettura viene fuori che il vero problema nasce dalla riorganizzazione del personale assegnato al Settore Servizi alla Persona, ridottosi di numero.
E allora come si risolve la questione? Semplicemente chiudendo il sito e facendolo visitare solo su prenotazione.
L’esecuzione del provvedimento, oltre a generare non poco malcontento tra i cittadini, non ha nemmeno atteso che si concludesse la mostra su Danilo Dolci, aperta su concessione del Comune stesso, originariamente in programma fino al 13 gennaio.
L’evento, organizzato dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Palermo e dalla Pro Loco Cesarò di Partinico, è stato il risultato della manifestazione “Idea ed Azione: Le opere di Danilo Dolci” che ha visto la Cantina Borbonica animarsi di eventi e incontri.
Ci si chiede, dunque, quale sia il senso di un’agire così tempestivo che vanifica l’impegno profuso finora per non considerare, poi, l’immagine che la città sta dando di sé. La stessa mostra, infatti, verrà successivamente ospitata anche a Palermo al Museo d’Arte Contemporanea Riso.
Il sito, inoltre, è anche sede del Museo Etnoantropologico, dove si conserva la collezione dei pupi siciliani di Nino Canino, salvaguardata e divulgata dalle figlie Maria Pia e Laura Canino: altro patrimonio culturale offeso dal provvedimento del Comune.
Tempestive, come doveroso, le iniziative nate nelle ore successive alla delibera, tra queste l’intervento di Mauro Nicolosi, rappresentante del Movimento Partinico Città d’Europa, con una lettera aperta indirizzata a Maurizio Agnese, che chiede la revocare della delibera.
Si teme, infatti, che la chiusura e la mancata custodia del bene favorisca, oltre al degrado del luogo stesso, anche atti vandalici.