“Un partito femminista, con uno sguardo di genere forte, attento alle diseguaglianze e ai diritti per tutti e tutte”. Così Cleo Li Calzi, da pochi giorni eletta presidente del Partito Democratico in Sicilia e prima donna a ricoprire questo ruolo nella storia del Pd regionale descrive ai microfoni de ilSicilia.it la sua visione per il partito. Lo fa rivendicando l’importanza del congresso appena concluso, ma anche con la consapevolezza che il percorso verso una vera rigenerazione è solo all’inizio.
“Veniamo da un congresso complicato – sottolinea Li Calzi – che ha visto posizioni differenti, anche legittime, visto che siamo una comunità democratica. Io sono stata eletta all’unanimità dalle persone che hanno deciso di partecipare al congresso regionale. Ci tengo a dirlo, perché una parte ha scelto di non prendere parte. Ecco, uno dei primi impegni che mi assumo è proprio quello di ricostruire i legami e aprire un dialogo per ritrovare l’unità. Dobbiamo affrontare i problemi, non rivendicare solo le divergenze”.
Ma il dialogo deve estendersi anche al di fuori del partito. “Noi non possiamo parlare all’esterno se non parliamo all’interno – avverte –. Serve aprirsi a nuovi mondi, scendere sul territorio tra le persone. Non si vince negli schemi, né trovando le geometrie giuste tra quattro mura. Dobbiamo allargarci, coinvolgendo altri soggetti importanti della comunità progressista, anche se oggi non fanno parte del Pd. La rigenerazione passa anche da un cambiamento nei linguaggi e nei modi di fare politica”.
Li Calzi lancia infine un monito sulla crescente disaffezione al voto. “Dobbiamo prenderci la responsabilità dei dati sull’astensionismo, che sono enormi. È una ferita alla democrazia che non possiamo tollerare. Spesso usciamo con una narrazione che la gente non comprende. Ecco perché è necessario recuperare fiducia, credibilità e soprattutto coerenza tra i valori che predichiamo e quelli che pratichiamo”.