L’assemblea regionale del Pd sembra essere archiviata, ma la realtà è ben diversa. Seppur la certificazione del risultato ha visto prevalere la “linea Barbagallo“, i dissidenti hanno parlato di “varie anomalie” nella fase di votazione.
La partita è tutt’altro che chiusa, il ricorso è in procinto di essere inviato alla Commissione di garanzia nazionale e la battaglia iniziata dal deputato regionale dem e sindaco di Militello in Val di Catania Giovanni Burtone continua imperterrita con l’obiettivo conclamato di mantenere le primarie all’interno dello statuto regionale.
“I miei capelli grigi e la mia esperienza mi dicono che c’è poco da scherzare e che oggi la nostra democrazia è più che mai in difficoltà“, spiega Burtone. “Il fascismo non bussa alla porta presentandosi come tale. Purtroppo come la storia insegna, è capace di solleticare la condivisione degli animi più ignari. Le parole di un multimiliardario come Elon Musk, che invita le destre europee ad unirsi, mi preoccupano molto e soprattutto mi preoccupa questa attitudine a non indignarsi più. Lo dico da figlio di partigiano che in qualche modo sente su di se il carico di non adeguatezza rispetto al tempo che viviamo e l’inquietudine per il futuro delle nuove generazioni“.
“Di fronte a tutto questo – continua il dem- avverto ancora di più l’esigenza di lavorare per la partecipazione e perché il principale partito di opposizione della sinistra italiana sia in grado di essere perno morale, valoriale e di governo alternativo a queste destre. Per farlo abbiamo bisogno della partecipazione delle persone e di aprirci a quei mondi che condividono le nostre inquietudini. Se non lo facessimo saremmo degli irresponsabili. Stiamo per affrontare una tempesta globale e gli strumenti con cui ragioniamo sono oggettivamente fragili e superati“.
Sulle primarie, aggiunge: “La mia, condivisa da altri colleghi del gruppo regionale e da tanti militanti e simpatizzanti del Pd, viste le firme raccolte, è una battaglia di principio e non personale. Vorrei che si comprendesse che la nostra battaglia non è di regole astruse dalla realtà ma la richiesta di conservare nel nostro statuto regionale le primarie, è una richiesta di buonsenso di chi deve avere consapevolezza che il PD non appartiene a nessuno se non alla sua comunità. Se davanti a questa destra la risposta è il “tesseramento” tradizionale allora non si è capito quale tempo stiamo vivendo. Ma davvero possiamo pensare di coinvolgere ragazze e ragazzi nati nel 2005, 2006, 2007 con il “tesseramento” senza accettare la sfida di portarli ad avvicinarsi alla politica con le primarie proprio come ha fatto la nostra segretaria nazionale Elly Schlein che ha rilanciato il partito grazie a chi ha scommesso su di lei come elettore e simpatizzante e non come tesserato?”
“In un contesto territoriale – sottolinea – dove vota meno della metà degli elettori e in cui tutti ci diciamo preoccupati dalla astensione vogliamo in qualche modo cimentarci con la sfida di riavvicinare le persone alla cosa pubblica. E’ questo il senso della nostra contrapposizione alla proposta della segreteria regionale e troviamo miope e arrogante la scelta di aver troncato ogni forma di confronto attraverso una prova muscolare tutt’altro che forte. Non passerà la mistificazione messa in atto da un ex allievo di Lombardo che pensa di attribuire patenti di appartenenza al centrosinistra, soprattutto a chi come me è sempre stato in questo campo ed è fondatore del PD“.
“Il male del PD meridionale e siciliano – conclude – è la trasversalità, è l’aver reso labile il confine della militanza e della appartenenza, e nell’aver allontanato così tanti cittadini soprattutto di sinistra che ci hanno sempre creduto. Se qualcuno pensa di spingerci alla porta si sbaglia. Noi ci saremo e useremo tutti gli strumenti democratici per far valere le nostre ragioni e per lavorare davvero ad una alternativa al modello sociale della destra. E’ la forza che viene dai capelli grigi, da una fase della vita in cui non si ha più nulla da chiedere se non quella di restituire alla passione della partecipazione la generosità dell’impegno, e soprattutto perché siamo convinti che il PD senza le primarie non è più il PD“.