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Piano di riequilibrio per Palermo, Orlando: “Atto per evitare il dissesto” | LEGGI I DOCUMENTI E GUARDA IL VIDEO

lunedì 20 Dicembre 2021

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Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, insieme all’assessore al bilancio Sergio Marino, ha illustrato alla stampa il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale 2021-2040 approvato ieri dalla Giunta. Una proposta che sarà incardinata a Sala delle Lapidi e rimessa alla competenza del Consiglio comunale per la votazione finale entro il 28 dicembre per evitare il default.

Si tratta di “Una importante operazione organizzativa e finanziaria per evitare il dissesto e per garantire il futuro di questa città, il Governo dice no al dissesto dei comuni siciliani e delle città metropolitane tra cui c’è anche Palermo, basta alla crisi di sistema. Una proposta rimessa alla volontà dell’organo consiliare che deve dire se preferisce il dissessto o il riequilibrio”.

Così ha detto il primo cittadino della Città Metropolitana di Palermo, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo delle Aquile, specificando che “Tra le prime cinque città d’Italia solo Palermo non è in dissesto, o ancora in piano di riequilibrio. 200 comuni siciliani non sono in grado di chiudere il bilancio, 100 sono già in dissesto o in piano di riequilibrio. Non ci sono le condizioni per il dissesto, abbiamo colto occasione per la riorganizzazione della macchina comunale attraverso norme calate nel piano di riequilibrio. I comuni siciliani non hanno debiti ma sono in sovraccreditamento”. 

E’ stata presentata in Commissione Finanze al Senato, nell’ambito del disegno di legge sul collegato fiscale, un emendamento che include anche una specifica previsione in favore dei comuni siciliani. Si tratta di risorse finanziarie per complessivi 150 milioni che vengono destinati ai comuni in considerazione degli accantonamenti del Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE) ma tenendo conto del disavanzo risultante dal consuntivo 2019. Tale intervento normativo riprende solo in parte la proposta formulata dall’ANCI Sicilia, destinando però minori risorse e adottando un criterio di riparto diverso da quello prospettato. Il sindaco Orlando, che è anche presidente dell’ANCI Sicilia ha fatto evidenziato come negli ultimi mesi si sia avviata una mobilitazione manifestando a Roma e incontrando i prefetti dell’Isola, al fine di ottenere un intervento concreto per quella che appare da tempo una crisi strutturale dell’intero sistema degli enti locali siciliani. Rispetto a ciò, l’emendamento presentato rappresenta un importante segnale di attenzione. Si attende che nella legge di bilancio possa essere previsto l’ulteriore indispensabile intervento normativo che consenta di sostenere i comuni dell’Isola nell’intero triennio 2021-2023, evitando in tal modo di vanificare gli effetti di questo emendamento.

Il messaggio che arriva dal governo romano è chiaro: “no al dissesto dei comuni siciliani e per la prima volta in una legge di bilancio dello Stato si parla di comuni siciliani, questo è il riconoscimento di una crisi di sistema”,  ha detto il sindaco Orlando. “Il Comune di Palermo non ha debiti. Siamo solidi nel pagamento dei creditori e deboli per l’incasso della fiscalità locale e soprattutto della Tari. Abbiamo 1 miliardo di euro di crediti affidati a Riscossione Sicilia, soldi non incassati”. Orlando ha riferito che “la legge di bilancio dello Stato, che deve essere approvata, stabilisce una norma che assegna a tutti i comuni italiani 150 milioni, compresi gli enti locali siciliani e sardi, mentre con un secondo canale di finanziamento altri 50 milioni andranno solo ai comuni siciliani e sardi”.

Inoltre, ha sottolineato il decreto di 2miliardi 770milioni, cosiddetto “salva Napoli”, ma rivolto alle città metropolitane che versano in gravi difficoltà, di dare 450 milioni in 20 anni al comune di Palermo”. Orlando punta anche sulla riorganizzazione della macchina amministrativa, potenziando il settore tributi, aumentando l’orario dei dipendenti comunali e prevedendo anche 500 assunzioni in modo da superare il “cattivo funzionamento del sistema di riscossione”. Obiettivo, dunque, ottenere i soldi da Roma per Palermo e per tutti i comuni dell’Isola, molti dei quali versano in predissesto o dissesto. “Sono contro il partito del dissesto – ha detto Orlando – se si forma il partito del dissesto si fa un danno alle prossime amministrazioni e non a me, che sarò andato via. Con la dichiarazione di dissesto le future amministrazioni dovranno fare pagare ai cittadini, con manovre lacrime e sangue, ciò che invece si può fare approvando il piano di riequilibrio”.

Orlando ha spiegato che il dissesto si concretizza “quando ci sono dei debiti. Il Piano di riequilibrio serve a migliorare l’efficienza della macchina comunale, riorganizzando la riscossione dei tributi. Mi auguro di lasciare questo importante contributo”.
Subiamo le conseguenze del cattivo funzionamento del sistema di riscossione. Riscossione Sicilia è un colabrodo e crea danni a tutti i comuni. Adesso tramite decreto fiscale sono stati previsti per i comuni siciliani 150 milioni, in base ai disavanzi. Il Comune di Palermo avrà circa 45 milioni. Per quanto riguarda le città capoluogo la quota del Comune di Palermo è 25, il totale fa 70 milioni che è la somma dei crediti di dubbia esigibilità”.

All’interno del progetto sono stati inseriti anche altri fondi che dovrebbero arrivare tramite la legge di bilancio 2022 (150 milioni per tutti i comuni italiani), del 2023 (100 milioni per tutti i comuni) e la ‘salva Comuni’, con da quest’ultima col Comune di Palermo dovrebbe incassare 450 milioni in 20 anni: “Parliamo di una manovra da 1 miliardo e 700 milioni in 20 anni, con la manovra annuale che è di circa 85 milioni. Adesso il Piano è rimesso alla valutazione del consiglio comunale. E’ un piano di riequilibrio pensato a 360 gradi, con una riorganizzazione complessiva e tiene conto di un graduale aumento della capacità di riscossione”.

Qualora dovesse essere approvato ci sarà interlocuzione continua con la Corte dei Conti che semestralmente valuterà se procedere col Piano o passare al dissesto: “In base alle proposte del governo potremmo fare anche il normale bilancio e rientrare col Piano, al momento l’abbiamo fatto per prudenza – ha concluso Orlando -. Ci assumiamo la responsabilità di questa proposta.
Governo e parlamento hanno detto no al dissesto dei comuni siciliani e delle città metropolitane. Sarebbe un piano storico.
E’ un messaggio di speranza per il futuro di questa città”.

Tale Piano di durata ventennale è stato costruito sull’idea di una riorganizzazione amministrativa, come occasione di riforma dell’intera macchina burocratica comunale, le cui previsioni consentono di raggiungere l’obiettivo del riequilibrio finanziario del Comune di Palermo attraverso precise misure che vanno dall’incremento delle entrate tributarie con il rafforzamento degli strumenti regolamentari e dei sistemi di riscossione delle imposte e delle entrate patrimoniali ed extra tributarie, alla riorganizzazione generale dell’Ente Comune che consenta il potenziamento delle risorse umane ed eventuali strategie che guardino a nuove assunzioni, ma soprattutto la ricollocazione strategica delle risorse esigue in funzione dei fabbisogni degli uffici maggiormente impegnate nelle attività di recupero di risorse finanziarie, in termini di maggiori entrate e di risparmio dei costi. Questo vuol dire riduzione di spese ed incremento di entrate attraverso azioni e misure evidenziate dal piano di riequilibrio in oggetto: potenziamento degli uffici del Settore Tributi e professionalizzazione del personale ivi impiegato nella lotta all’evasione fiscale, migliorando nel tempo le percentuali di riscossione con conseguente riduzione dell’accantonamento a consuntivo a titolo di FCDE.

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Delibera Piano di riequilibrio

Sintesi Piano di riequilibrio

 

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