Il via libera del Cdm al decreto Ponte (qui), che riattiva sia la società Stretto di Messina che il progetto del 2011 (da aggiornare ed integrare) e prevede la tempistica (prima pietra entro il 2024 fine dei lavori nei successivi 5 anni) ha visto il plauso di chi si è battuto per l’opera.
“È un giorno di festa per noi messinesi e per tutti coloro che da anni chiedono che questa infrastruttura – l’unica in grado di collegare stabilmente la Sicilia al resto dell’Italia e, parallelamente, di attrarre investimenti al Sud – sia posta al centro del dibattito nazionale e tra le opere strategiche per il Paese-commenta la sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano-E il primo sostenitore di questa grande opera è ed è sempre stato il presidente Silvio Berlusconi, che ringrazio per la convinzione e la passione con le quali ha sempre lavorato per un reale sviluppo del Mezzogiorno (qui). Il provvedimento licenziato oggi dal Cdm disegna la governance della Società Ponte sullo Stretto, stabilisce che l’approvazione del progetto esecutivo dovrà avvenire entro il 31 luglio del 2024, e si pone l’obiettivo politico di posare la prima pietra entro la fine del prossimo anno. Per la realizzazione del Ponte si stimano 5 anni di lavori.Il centrodestra al governo scrive una bellissima pagina di storia. Trasformiamo in realtà questa grande occasione”.
Soddisfatto il senatore Nino Germanà, vice capogruppo della Lega a Palazzo Madama e segretario della Commissione Infrastrutture e Trasporti: “Giornata importante per il sud e per il Paese. Finalmente un governo nazionale e due regionali, Sicilia e Calabria, lavorano insieme e nell’interesse esclusivo dello sviluppo infrastrutturale. Sono stati colmati anni di lacune del centrosinistra e per la prima volta abbiamo un progetto che sarà attualizzato. Un’opera green e strategica e il grazie va al vice premier e ministro ai Trasporti Matteo Salvini ed al lavoro svolto”.
Scettico Cateno De Luca secondo il quale l’autonomia differenziata vanificherà qualsiasi obiettivo. “Il Ponte è un espediente per distrarre l’attenzione dei meridionali rispetto alle conseguenze dell’autonomia differenziata. E’ chiaro che non ci saranno più le risorse per potenziare la logistica che rende funzionale il ponte sullo stretto di Messina. L’attuazione dell’autonomia differenziata determinerà l’assenza di risorse per l’alta velocità, l’alta capacità, il potenziamento dei porti, l’ampliamento della rete autostradale. Il risultato sarà che avremo l’autonomia differenziata, ma non ci saranno né il ponte sullo stretto di Messina né le infrastrutture necessarie per risolvere il divario Nord Sud”