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Rosario Arcoleo, consigliere comunale del Pd a Palermo, a ilSicilia.it ha parlato del recente risultato delle primarie che hanno portato alla vittoria Nicola Zingaretti, un successo che apre nel Partito Democratico siciliano un nuovo momento storico che potrebbe mettere da parte il renzismo.
Infatti, il segretario isolano dei dem, Davide Faraone, la cui proclamazione ha provocato non poche polemiche, con il ritiro della candidata del Pd (area Zingaretti) Teresa Piccione, adesso si trova a fare i conti con un risultato che decreta il ridimensionamento dei renziani a Palermo.
Ed è proprio nel capoluogo siciliano, città di Faraone, che il candidato appoggiato dal segretario regionale Martina arriva a prendere soltanto il 23%, contro Zingaretti che arriva al 67%.
A seguito di questo risultato, dunque, potrebbe cambiare, l’azione politica a Palermo del Pd “Proveremo a dettare un percorso più vicino alla gente, dobbiamo dare un segnale di cambiamento ai cittadini, questo è quello che dobbiamo fare in consiglio comunale, quello che non c’è stato in questi mesi” afferma Rosario Arcoleo.
Il consiglio comunale non fa eccezione sulla spaccatura tra Zingarettiani e Faraoniani, anche a Sala delle Lapidi, infatti, le distanze sono evidenti, sulla possibilità di ricucire il partito il consigliere comunale afferma “Credo che l’unica prospettiva sia quella che Faraone si dimetta, ad oggi il risultato delle primarie mostra che lui rappresenta una minoranza del Partito democratico e quindi deve prendere atto dei risultati e dimettersi dando la possibilità al Partito di ricostruire e di rilanciare insieme un’azione che ci possa portare alle Europee“.
Proprio il giorno prima delle primarie il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha ufficializzato i nomi della ‘nuova Giunta’, tra questi al Bilancio ha piazzato l’ingegnere Roberto D’Agostino, ritenuto vicino a Faraone “Non vedo un rilancio dell’azione amministrativa con questa Giunta, penso che sarebbe stato meglio, intanto, dal punto di vista formale, visto che il sindaco è iscritto al Pd, aspettare prima di fare un’azione del genere visto che vi erano dei candidati che si stavano misurando in una competizione interna“.
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