Tra le norme di riordino che il governo regionale punta a mettere in campo nei prossimi mesi, probabilmente già quest’anno, c’è il ddl sui rifiuti.
Si ripartirà alla fine dalle ex Province, come auspica Nello Musumeci che vuole utilizzare gli enti di area vasta?
O si potrà mettere a fuoco una soluzione che tenga conto della liquidazione senza fine degli ex Ato, indebitati, dei Comuni che spesso speculano sullo ‘scaricabarile’ incrociato con la Regione e degli errori della politica clientelare degli ultimi 15 anni?
Musumeci e l’assessore Pierobon studiano le ipotesi da realizzare, ma al momento, lo scenario è tutto da incardinare.
L’unica certezza è che l’Eser, l’ente unico regionale che aveva messo a punto l’ex assessore ai Rifiuti del governo precedente Vania Contrafatto, non nascerà. Oggi in materia di rifiuti, l’ultima notizia, in ordine temporale, riguarda il fatto che duecentomila tonnellate di rifiuti siano da trasportare fuori dalla Sicilia.
Il bando per il primo ‘step’, predisposto dal dipartimento regionale lancia una sola certezza, che non sarà il primo e l’ultimo, ma, molto probabilmente, darà il via a una successiva serie di iniziative analoghe rese necessarie per evitare di ‘stressare’ le discariche siciliane.
Lo scenario potrebbe prevedere che nell’arco di un biennio, dalla Sicilia dovrebbe partire un milione di tonnellate di rifiuti. Bisognerà valutare se spezzettare questa potenziale cifra con bandi della stessa portata o se concentrarli in un’unica soluzione.
L’ingranaggio delle discariche in Sicilia, al limite dell’esaurimento, rimane fragile. Basta un nulla a far ripiombare l’isola nell’incubo vissuto già nell’estate del 2016 con gli automezzi a formare lunghe code fuori dai cancelli degli impianti di discarica. Nel 2018 la previsione dello smaltimento dei rifiuti si avvicina a 2 milioni e 100mila tonnellate di rifiuti. La capacità ulteriore di abbancamento non dovrebbe superare le 600mila tonnellate. Soltanto in questo anno, la previsione più pessimistica potrebbe portare a dover coprire un ‘gap’ di 600, 700mila tonnellate di rifiuti.
C’è per la Regione la necessità di avere davanti un orizzonte temporale più vasto. La realizzazione di nuove discariche richiede tempi lunghi. Le discariche operative in Sicilia raggiungerebbero un raggio d’azione che rischia di non potere andare oltre il 2018. L’anno da coprire, il prossimo, potrebbe essere ridotto in termini di rifiuti da portare lontano dalla Sicilia con un adeguato incremento della raccolta differenziata che primi mesi dell’anno con numeri da definire e stabilizzare, danno una prima stima che arriva al 25% su base regionale.
Un piccolo passo avanti rispetto al dato precedente inchiodato sotto il 20%, fanno notare dall’assessorato. Oltre ai piccoli Comuni il nuovo risultato sarebbe da attribuire ai passi avanti dei Comuni intermedi in termini di popolazione. Un elemento incoraggiante che, da solo, comunque e in ogni caso, non risolve i problemi.