Modificare alcuni elementi del progetto e riconsiderare le criticità che rischiano di pregiudicare la viabilità e la vivibilità nel territorio. E’ la richiesta che il Comune di Taormina pone all’attenzione di Rfi, con cui si va verso l’apertura di un tavolo di discussione nel quale la località turistica tenterà la difficile strada finalizzata all’aspettativa di una correzione ed integrazione in corsa degli elaborato approvati dal Consiglio comunale il 22 aprile 2021 e la cui convenzione è stata ora revocata all’unanimità sempre dal Comune.
La nuova linea ferroviaria prevede nel territorio comunale due nuove stazioni, una ai piedi di Taormina centro e l’altra a Trappitello ma ora la casa municipale teme che queste opere, già scattate, nei mesi scorsi possano innescare una sorta di effetto domino in termini di problematiche significative sia per il centro che per la più popolosa frazione cittadina.
Stando a quanto ha rilevato l’esperto del sindaco, l’ing. Massimo Brocato, al momento non si prevede il collegamento tra la nuova futura stazione di Taormina ed il centro storico, inoltre si rischierebbe la chiusura per un lungo periodo del Lumbi, e non verrebbero previste sin qui delle misure atte a scongiurare il caos veicolare a Trappitello, lungo la SS185 (Via Francavilla).
Inoltre è stato richiesto al Comune di Taormina di trasferire altrove la stazione rifiuti sinora localizzata in contrada Sant’Antonio ma occorre prima individuare un’area alternativa. Ed ancora: si prevedono una serie di attività di cantiere che renderebbero, secondo il Comune, insostenibile la situazione in Via Garipoli. Sulla base di queste ed ulteriori osservazioni è arrivato il dietrofront del Comune di Taormina.
I timori, come detto, sono molteplici ed in buona parte strettamente legati in termini conseguenziali. Ad oggi non ci sarebbe la certezza del collegamento tra il Lumbi e la nuova stazione e l’utenza della nuova ferrovia rischierebbe di arrivare dalla futura nuova stazione di Madonnina sino al parcheggio nord di Taormina, per poi non avere un sistema di connessione diretta e immediata con il salotto del paese. C’è la questione spinosa degli ascensori tra il Lumbi e Taormina centro (Via Fontana Vecchia), un rebus mai risolto. Il Lumbi venne aperto nel 1997 ma questo collegamento non è mai stato realizzato. Con la nuova linea ferroviaria si prospetterebbe la realizzazione di tapis roulant, che però sono già motivo di perplessità, perchè se a Roma questa stessa tipologia di opera è sempre soggetto a danneggiamenti e all’esigenza di continue manutenzioni, non è difficile immaginare cosa potrebbe avvenire anche a Taormina. Tanto più nel periodo della stagione turistica in cui la Perla dello Ionio viene invasa da tanti visitatori e si rischia di andare incontro al danneggiamento di questa struttura e alla relativa indisponibilità a fronte di quella frase in cui Taormina è sotto pressione.
Lo scontro rischia di non portare da nessuna parte e questa premessa sembra rientrare anche nelle considerazioni del Comune di Taormina, perché l’iter difficilmente potrà essere bloccato e basterebbe l’intervento della Regione Siciliana o del governo centrale per imporre la prosecuzione delle opere. Il tentativo è quello di sedersi nuovamente ad un tavolo, anche perché da Palazzo dei Giurati si rileva che queste criticità sono state rappresentate ad Rfi, che avrebbe altrettanta consapevolezza che alcuni elementi del progetto necessitano di essere rivisitati al più presto. Si parla di una maxi-opera che prevede praticamente un piano di interventi ultradecennale.
In città c’è anche chi, come il vicepresidente di Patrimonio Sicilia, l’arch. Piero Arrigo, ha proposto al Comune di chiedere la rinuncia alla nuova stazione di Taormina (denominata “Madonnina”) per poi chiedere, in termini compensativi, ad Rfi di realizzare la strada diretta di collegamento tra Taormina e Trappitello.
“Tutti siamo d’accordo sul fatto che l’opera prevista ad oggi non è consona in questi termini per Taormina – ha detto il sindaco Cateno De Luca –. Procediamo formalmente, intanto, a recedere dalla convenzione sottoscritta. Attiveremo un tavolo tecnico con Rfi per la stipula di una nuova convenzione con i rilievi che andremo a porre. Si apre una nuova fase e il Consiglio comunale sarà coinvolto. Nel frattempo diciamo a Rfi: “Non ci stiamo”. Se una cosa non funziona, non funziona. Se una cosa è dannosa, è dannosa. Non si tratta di essere tecnici su una disamina che per la tipologia dell’opera in sé non era nemmeno una proposta da fare. E neanche la questione andava posta nell’ottica di un ragionamento di compensazione, sulla quale vanno discussi altri aspetti. Non so quale sarà l’esito di questa nuova fase e con molta onestà faccio una premessa. Ciò comunque non fermerà l’opera, diciamolo subito, perché esistono tanti provvedimenti sostitutivi che il governo nazionale e il presidente della Regione possono mettere in atto, infischiandosene delle nostre osservazioni. E’ ovvio che ciò significa la rottura e ledere il principio di leale collaborazione tra gli enti ma noi abbiamo il dovere di provarci. Se riusciamo, in alternativa, a dire ad Rfi, notificandolo con atti concreti, che noi non ci stiamo, allora quello diventa il messaggio di una comunità. Se Rfi ritiene più utile ripristinare il rapporto di leale collaborazione questo è il momento per farlo. Ognuno metterà i propri strumenti in campo e io mi avvarrò dei miei poteri di ordinanza e ci sarà chi potrà impugnare le mie ordinanze. Ma è un clima di scontro che a nessuno conviene creare, di fronte ad un’evidenza: Taormina non può pagare un altro prezzo ad un’opera di cui non ha bisogno. E’ chiaro che dobbiamo ragionare in una logica più ampia di una vasta opera che riguarda il comprensorio e tutta la Sicilia, ma non possiamo essere noi come territorio a pagarne le conseguenze”.