La RAP, l’azienda di raccolta dei rifiuti di Palermo, nata dalle ceneri dell’Amia, è nuovamente al centro delle polemiche. Teatro dello scontro la III commissione consiliare, dove è stato ascoltato il presidente dell’azienda Roberto Dolce, sullo stato di salute dell’azienda.
A puntare il dito nei confronti della gestione aziendale è la consigliera comunale, Concetta Amella (Movimento 5 Stelle), con un post di fuoco sui social. Proprio in commissione consiliare sono stati posti alcuni quesiti ai vertici dell’azienda: dai servizi di cui si occupa alla raccolta rifiuti urbani alla differenziata, dallo spazzamento alla derattizzazione, dalla disinfestazione alla manutenzione della strade e alla pulizia delle sedi giudiziarie. Così come le carcasse di frigoriferi, i materassi, i divani e gli oggetti ingombranti abbandonati ciclicamente e quotidianamente sui marciapiedi o nei pressi dei contenitori. Ma soprattutto sul rischio di saturazione delle vasche e di un possibile aumento delle Tari (la tassa sui rifiuti urbani).
Anche i sindacati non si sono mostrati teneri con l’amministrazione comunale su questo versante. Da tempo hanno disotterrato l’ascia di guerra. L’accusa è che la RAP “non ha ancora messo mano alla revisione del contratto di servizio e che la stessa sopravviverebbe con le identiche risorse economiche dell’ex municipalizzata”. Come la consigliera ha messo in rilievo nella sua dichiarazione.
“La RAP costa 114 milioni di euro l’anno – afferma la consigliera grillina sulla sua pagina FB -. Di questi almeno l’80 per cento è destinato al personale che però non è in esubero e che costituito di ben 1.900 unità, di cui 150 sono inidonei temporanei per 3 anni (qualche anno fa, erano almeno il doppio). Cinque milioni, invece, sono gli euro che ogni anno si spendono per smaltire il percolato di Bellolampo a Catanzaro, piuttosto che depurarlo nell’area della discarica di Palermo”.
Questo avviene, come risposto dallo stesso presidente Roberto Dolce e come cita la consigliera Amella: “perchè la vasca non è sufficiente ad accogliere tutto il percolato che si autoproduce”.
“La raccolta differenziata dei rifiuti supera il 16 per cento. E sono invece 1.300 le tonnellate gestite al giorno, ma solo 900 potrebbero essere accolte. Se consideriamo poi che a Bellolampo conferiscono anche i rifiuti dei comuni dell’area metropolitana”.
“La VI vasca, stando alle previsioni rosee del Presidente – afferma ancora Concetta Amella – dovrebbe raggiungere il massimo grado di saturazione nel marzo del 2018 con un’ulteriore maggiorazione della Tari. Ma perché? Questo vorrà dire portare altrove i rifiuti da smaltire. Due le destinazioni più probabili: l’OIKOS di Catania che ha capacità di trattamento, ma non di capienza e il trasporto TRANSFRONTALIERO. L’aumento del costo della tassa dei rifiuti che i cittadini pagano, dovrebbe così sfiorare il 60 per cento”.
Nel corso dell’audizione in commissione, si è anche parlato di una settima vasca per la cui realizzazione servono almeno 30 milioni di euro che dovrebbe stanziare la Regione Siciliana e il cui progetto fa parte del “piano triennale delle opere pubbliche”, atto proprio in discussione in questi giorni in consiglio comunale, da realizzare probabilmente entro l’anno prossimo.
“Perché non si è pensato prima visto che il progetto risale al 2014?” – continua ancora l’esponente pentastellata. –
E sulla pulizia di Brancaccio lancia ancora una stoccata: “Sapevate che ogni qualvolta la RAP decide di occuparsi dello smaltimento o della raccolta rifiuti di Brancaccio, per non citare qualche altra zona della città, fa un’operazione di pulizia straordinaria?”. Secondo la pentastellata “Brancaccio è un’area privata che appartiene all’IRSAP (azienda in liquidazione della Regione Siciliana), che non ha nessun rapporto di convenzione con il Comune e, quindi, la RAP non sarebbe tenuta a curarne l’igiene”.
Affermazioni che certamente creeranno un vespaio di polemiche, in una città dove la questione rifiuti è la spina nel fianco del sindaco Orlando, che ha già preannunciato il rinnovo, in tempi brevissimi, dei vertici delle aziende partecipate. E quindi anche della RAP. Il presidente Roberto Dolce è avvisato.