Il Consiglio dei ministri ha impugnato alcune norme del collegato alla legge di stabilità della Regione siciliana, che era stato approvato dall’Assemblea regionale all’inizio di agosto.
Per l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, “non c’è alcun impatto sul bilancio della Regione, in quanto si tratta di undici norme, dieci delle quali di iniziativa parlamentare per lo più da parte delle opposizioni, che non incidono sull’impianto finanziario”.
Secondo il Consiglio dei ministri “le disposizioni presentano profili di illegittimità costituzionale” in quanto per alcune norme manca la copertura finanziaria e per altre è stata invasa la competenza dello Stato.
Tra le norme impugnate quelle che riguardano il trattamento giuridico ed economico dei pubblici dipendenti (ufficio stampa), le disposizioni in materia di piani paesaggistici, la rimozione e lo smaltimento dei manufatti in amianto, il ticket sanitario, il canone di demanio marittimo, l’inserimento dell’Arpa come ente del servizio sanitario regionale.
Nuti, governo impugna legge regionale pro-abusi
“Ricordate la richiesta fatta giorni fa e più volte al Governo di impugnare la legge siciliana approvata ad agosto all’ARS? Ecco oggi il Governo nazionale ha impugnato la legge”. Così il deputato, sospeso dal M5s ed ora al Misto, Riccardo Nuti in un post in cui rivendica di aver sollecitato più volte il Governo e il ministro Galletti ad impugnare “la legge siciliana pro-abusi edilizi”.
“Questa legge chiamata pro-abusi esonera la Regione Siciliana dall’invio dei commissari in quei comuni che non procedono alle demolizioni degli immobili abusivi. Speriamo che con questa impugnazione, che avevo chiesto tramite interrogazione parlamentare, si possano ripristinare i doveri della Regione e così procedere con quella tutela dell’ambiente e del paesaggio promesso da tanti ma perseguito e realizzato da pochi”.
Gianfranco Zanna, presidente Legambiente Sicilia, dichiara: “Vittoria. Il governo nazionale ha accolto la nostra richiesta e ha impugnato il vergognoso articolo voluto dal governo Crocetta che permetteva alla politica di stravolgere e cancellare i piani paesistici, strumento tecnico di difesa dei territori. Una norma sbagliata, pericolosa, scritta anche talmente male che sarebbe stata comunque inapplicabile in Sicilia. Abbiamo sconfitto i cementificatori, quelli che vogliono operare senza regole, coloro i quali non sono ancora contenti dei tanti disastri e delle tante ferite subite dal nostro paesaggio e dalle nostre tante bellezze. Adesso andiamo avanti, con maggiore celerità e forza nell’approvazione degli altri piani paesistici a cominciare da quello di Palermo”.