Sull’emergenza rifiuti la settimana che comincia oggi potrebbe essere quella decisiva. Sia sul fronte della nomina del commissario per Bellolampo, sia su quello che riguarda la nomina del nuovo assessore, dopo le dimissioni di Vincenzo Figuccia.
Il partito di Cesa che punta sull’indicazione secca di Alberto Pierobon, potrebbe tornare già oggi a sentire il governatore siciliano per verificare se ci siano o meno passi avanti su questa strada, che pare, invece bloccata.
Non si esclude che oltre a quella di Pierobon siano in campo altre due figure: un dirigente di prestigio della Pubblica amministrazione e un altro esperto in materia ambientale; uno siciliano, l’altro no.
Sulla richiesta di commissariamento con poteri speciali per Bellolalampo, Palazzo d’Orleans non lascerà nulla di intentato.
Giovedì Musumeci incontrerà il capo del governo Paolo Gentiloni, ma intanto un capillare lavoro di preparazione sul dossier rifiuti, a supporto di una richiesta da parte della Sicilia che risulti inattaccabile, è stato svolto in questi giorni dallo staff del dipartimento Rifiuti.
Nel corso del sopralluogo di sabato mattina a Bellolampo il quadro degli elementi a disposizione del governatore siciliano si è arricchito in realtà solo di qualche ulteriore spunto di consapevolezza. Una presa d’atto diventata indifferibile. Vedremo anche se il feeling sbocciato sulla trincea dell’emergenza tra Orlando e Musumeci proseguirà sul filo dell’apprezzamento istituzionale e se questo produrrà esiti soprattutto nelle vicende che hanno viste Regione e Comune di Palermo, l’un contro l’altra, spesso armate.
Sono lontani, almeno per il momento, i giorni in erano rotti i telefoni tra Villa Niscemi e viale Campania e si succedevano, ripetuti, gli scontri frequenti in materia di rifiuti, tra Crocetta e Orlando, ma anche tra il sindaco di Palermo e l’ex assessore al ramo, Vania Contrafatto.
Oggi sindaco e assessorato, quando ci sarà nuovamente un assessore, torneranno a parlarsi, si presume, anche di emergenza idrica e della gestione più oculata dell’acquedotto di Scillato. Senza contare il confronto serrato dello scorso anno tra dipartimento e Comune di Palermo sulla richiesta di stato di calamità per la siccità, a cui la Regione aveva posto un pesante muro di obiezioni.