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Era il settembre scorso quando il premier Conte ha sottoscritto il decreto Milleproroghe, a seguito del quale risulterebbero bloccati 1.625 interventi accolti in 96 progetti di 326 Comuni italiani, un terzo dei quali ricade in Sicilia. Sarebbero quelli del cosiddetto “Bando periferie”, che ha suscitato nelle scorse settimane una forte polemica.
A fronte di questo, la presentazione dell’iniziativa Milleperiferie, ideata e diretta da I WORLD, con il patrocinio, tra gli altri, di ANCI Sicilia, ANCI Nazionale e Regione Siciliana, ospitato fino al 25 ottobre a Palazzo Bonocore, che mostra una panoramica dei 96 progetti finanziati dal Bando periferie e bloccati dal Milleproroghe. Ed è per questa ragione che oggi diversi sindaci siciliani e non solo hanno sottoscritto un documento unitario contro la manovra del Governo, che vede quale primo firmatario il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Ventuno i primi cittadini siciliani presenti, per un totale di trenta adesioni al momento. Tra questi, oltre Palermo, quelli di Agrigento (con il sindaco Lillo Firetto), Caltanissetta, Enna, Siracusa e Catania, con il sindaco Salvo Pogliese.
L’intento è quello di promuovere un’azione legale al TAR nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sollecitare le Regioni di riferimento ad impugnare il decreto in questione alla Consulta, con il sostegno di ANCI che sta costituendo una cabina di regia.
Il blocco dei progetti del Bando delle Periferie, entrando nel dettaglio dei numeri, oltre a far retrocedere i partner privati che, con gli enti pubblici, si sono impegnati a garantire un cofinanziamento pubblico-privato di 1,1 miliardi di euro, genererebbe – secondo i firmatari – sul piano nazionale una perdita di 42 mila posti di lavoro ed effetti diretti e indiretti su 9,5 miliardi di euro (considerando l’indotto).
Il Bando periferie è stato il cardine attorno a cui enti, istituzioni, associazioni, ordini professionali, università, imprenditori, giovani e volontari hanno ripensato intere aree abbandonate delle città: interventi di sicurezza sociale, di recupero urbanistico, architettonico, di interconnessione modale, mobilità dolce e servizi sharing: alcuni progetti investono sulle aree più degradate, recuperandone la possibilità di viverle.
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