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Spogliatoio

Sempre lo stesso spogliatoio

sabato 5 Luglio 2025

Carissimi

Oggi parleremo dello spogliatoio nello sport e forse non solo.

Cosa c’è di più sacro che lo spogliatoio nella immediata attesa di scendere in campo per un evento o ancor più, alla fine dello stesso, quando stanchi ci si ritrova sulle panche a fare le prime considerazioni su quanto appena successo? Lì si festeggiano le vittorie o ci si lecca le ferite dopo le sconfitte, si fanno le future strategie.

Ogni allenatore lo sa, lo spogliatoio è sacrò qualunque sia il suo grado di manutenzione o di lusso, qualunque sia la sua temperatura dell’acqua delle docce, qualunque sia il livello di polvere o puzzo di muffa per l’umidità alle pareti. Malgrado tutto ciò sempre di un luogo unico dove si costruiscono i successi stiamo parlando, sia che trattasi del nostro abituale spogliatoio casalingo che dello spogliatoio che ci “ospita” nelle trasferte.

È lì che si fa squadra, è lì che ci si ripulisce dopo il sudore e i sacrifici in campo ed è li che soltanto i componenti della squadra e il proprio staff possono avere accesso.

Accade che ad inizio stagione si possano incontrare facce nuove, giunte da altre squadre in “campagna acquisti” per rafforzare l’organico, accade anche di non vedere più qualche faccia familiare che ha preso la strada di altri lidi, ma giunti al momento della partita, si chiude la porta dello spogliatoio e la squadra è tutta lì, con il mister a dare le ultime indicazioni.

Chi sa a quanti di voi sia capitato almeno una volta di aver sbagliato spogliatoio, in quella occasione è bastato soltanto uscire e guardare la targhetta messa sulla porta prima di avere conferma che fosse il nostro spogliatoio o quello errato e il tutto si è concluso con una bella risata, ma cosa ben più frequente per i più distratti è stata quella di entrare a meta tempo, durante l’intervallo, nello spogliatoio sbagliato, nello spogliatoio degli avversari e li in quel caso più che l’esame dei volti è bastato quello delle divise sportive indossate.

Diciamolo, è difficile sbagliare spogliatoio benché da qualche tempo le occasioni ci sono e sono tante, quante volte ci capita di entrare nel nostro spogliatoio, vedere certi volti e dire: “e questo che ci fa qua in squadra con noi?

Ancor peggio, all’intervallo, rientrando negli spogliatoi e vedendo non solo certe facce, ma avendo assistito in campo che malgrado gli schemi e le indicazioni dell’allenatore, qualcuno di questi nuovi ha sempre fatto di testa sua e tirato verso la porta ogni pallone ricevuto, senza tentare alcun passaggio o scambio, senza curarsi della circostanza che il compagno di squadra fosse in condizioni più vantaggiose per fare goal.

E in quel momento che ti viene legittima la perplessità che non solo non hanno alcun rispetto del concetto di squadra, non solo non sono neanche cresciuti all’interno della squadra, ma sono lì in quel momento soltanto per fare il loro “goal”, poco importa se poi quel goal aiuti a vincere la squadra, perché della sorte della squadra, non gli può importare più di tanto, perché in caso di sconfitta saranno pronti a cambiare squadra dicendone “peste e corna” e ad indossare una nuova casacca il prossimo anno.

C’è una morale in tutto ciò? No, ma c’è l’avvertenza di guardare certamente per prima cosa la targhetta fuori dello spogliatoio prima di entrarci, soprattutto se si è in trasferta, ma qualora dovesse servire, messo da parte qualunque fede e appartenenza ai colori, vi consiglio di farvi una domanda, nel momento in cui nello spogliatoio vedete facce strane o facce dei soliti mercenari, e non è di certo “costoro che ci fanno qui?

Ma piuttosto: “Io che ci faccio qui?

Un abbraccio, Epruno.

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