Prestanome abituale al servizio delle casse mafiose. È questo il profilo di Giuseppe Ruggirello, imprenditore di 81 anni a cui stamane gli agenti della Dia (Direzione investigativa antimafia) hanno sequestrato beni mobili e immobili per il valore di 25 milioni di euro. Il provvedimento, che riguarda novanta immobili, autovetture, depositi bancari ed un lussuoso natante da diporto, è stato emesso dal Tribunale misure di Prevenzione di Trapani, presieduto dal giudice Angelo Pellino, su richiesta del procuratore aggiunto della Dda di Palermo Dino Petralia e dal pm Pierangelo Padova.
L’indagine è partita da un elaborazione in chiave antiriciclaggio di alcune segnalazioni provenienti dagli organi di Vigilanza della Banca d’Italia sull’anomala operatività di un istituto di credito pugliese, la Banca di credito cooperativo di Alberobello. L’uomo è ritenuto vicino ad ambienti mafiosi e ed’è indiziato del reato d’intestazione fittizia di beni, indagato in passato per associazione mafiosa, in quanto intraneo ad alcune ditte riconducibili al boss Vincenzo Virga (capo del mandamento mafioso di Trapani). Secondo le accuse, Ruggirello era riuscito, attraverso lo schermo giuridico di una società a lui stesso riconducibile e la complicità di un componente del consiglio di amministrazione dell’istituto di credito pugliese, a rilevare una grossa area edificabile in Trapani, di proprietà della società “Il Melograno srl” , già sotto sequestro perché partecipata occultamente da Virga. In seguito sul terreno aveva realizzato una speculazione edilizia milionaria, con la partecipazione di Vito Tarantolo, imprenditore colluso con Cosa nostra a cui è stato già confiscato l’intero patrimonio.