Si sono appena conclusi gli eventi in programma della “Settimana delle Culture 2017”, un’edizione questa, la sesta, che verrà ricordata per i grandi numeri, concretizzati nei progetti proposti e nelle presenze di utenti.
Nelle duecentotrentacinque iniziative, infatti, l’affluenza è stata di circa centocinquanta mila partecipanti, con un impegno di un migliaio di lavoratori tra artisti, organizzatori, operai, tecnici e partner, localizzati in un centinaio di siti culturali in città.
“Nel ringraziare tutti per la realizzazione di questo evento così corposo – ha detto alla conferenza stampa il rettore dell’Università di Palermo, professore Fabrizio Micari – mi sento di dire che possiamo considerare la Settimana delle Culture una sorta di expo della cultura in città; questo non è solamente un fatto bello e importante ma anche un viatico meraviglioso verso l’anno venturo, una sorta di prova generale per grandi eventi che coinvolgeranno la città e l’Università stessa”.
Il cuore della “Settimana” è stato il capoluogo dell’Isola, con le sue culture e con i suoi scrigni meravigliosi resi fruibili al pubblico e, in alcuni casi, recuperati.
Fra questi annoveriamo il Castello di Maredolce, luogo simbolo di una città dagli antichi splendori, e le grotte dell’Addaura, a cui la manifestazione ha dedicato un focus specifico per arrivare in tempi brevi alla loro apertura e fruibilità.
La sesta edizione ha vantato anche una forte connotazione internazionale, con eventi provenienti da tutto il mondo: Giappone, Medio Oriente, Marocco, Ghana, Afghanistan, Olanda, Austria, Inghilterra, Sudan, Bulgaria, Svizzera, Brasile.
La città di Palermo, dunque, in queste due settimane di programmazione è stato un ponte ideale fra le molte culture che, per l’occasione, si sono confrontate e arricchite vicendevolmente, con particolare attenzione rivolta ai diversamente abili, ai più giovani e alle culture multietniche.
“La città con questa manifestazione – ha detto l’assessore alla Cultura Cusumano – ha recuperato il senso di gioia con cui, doverosamente, va vissuto ogni evento culturale. Gioia rivolta verso i luoghi della città di cui dobbiamo, noi come istituzioni e i cittadini tutti, riappropriarci. Voglio aggiungere che la Settima delle Culture ha contribuito non poco quest’anno allo sviluppo della città come polo culturale tra i più grandi dell’Italia, quasi mai un unico evento mette a disposizione un così vasto numero di siti accessibili che rappresentano le diverse anime di una stessa città”.
Il prestigio della manifestazione è stato riconosciuto, come nella scorsa edizione, dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, che nel donare una medaglia alla sesta edizione, fatta pervenire dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica a Gabriella Renier Filippone, presidente dell’Associazione “Settimana delle Culture”, ha fatto giungere l’augurio per il successo dell’iniziativa.
Vista l’affluenza di pubblico, nonostante la chiusura dell’edizione corrente, le principali mostre inaugurate al suo interno prolungheranno la loro apertura.
Tra queste a Palazzo Sant’Elia: “O’Tama e Vincenzo Ragusa: un ponte tra Tokyo e Palermo” (fino al 28 luglio); “Genera/Azioni – I Pecoraino: Aldo, Mario, Giusva e Martina”, “Contrasti. Progetti di fotografia” e “Un ponte verso la Sicilia” (fino al 18 giugno); “Essenza” (fino al 25 giugno).
A Palazzo Abatellis, invece, fino al 17 settembre sarà fruibile l’esposizione “Suggestioni Caravaggesche dai depositi di Palazzo Abatellis”.
Nella cripta della Chiesa di Santa Maria del Piliere, infine, “Triumph” (fino al 30 giugno).
La “Settimana delle Culture” è stata realizzata grazie al lavoro di un direttivo a titolo gratuito, composto da Gaetano Basile, Fosca Miceli, Anna Maria Ruta, Clara Monroy, Massimiliano Marafon Pecoraro, Maria Antonietta Spadaro, Bernardo Tortorici di Raffadali, Salvo Viola.
Fotografie di Simona Cardella