La quarta e ultima puntata di “Sicilia Gourmet”, il programma appetitoso de IlSicilia.it, che va alla scoperta delle bontà enogastronomiche della nostra “Isola”, fa tappa nel sorprendente “entroterra”, dal panorama mozzafiato che, fatto da colline che si succedono una dietro l’altra a perdita d’occhio, si veste con i colori delle stagioni.
Una Sicilia che, profumando di terra, ci sarà raccontata dal professore Portolano, che ci parlerà di zootecnia delle aree interne; Vincenzo e Stefano Vinti, due appassionati giovani, che hanno rivoluzionato le loro vite, creando “La Mannirata” e dedicandosi all’allevamento della “capra girgentana”; il dottore Giuseppe Russo, che ci farà conoscere i grani antichi e il marchio “Qualità Sicura”; l’ingegnere Tommaso Miceli che, investendo nella terra, ci porterà alla scoperta dell’azienda “Molinoro”, sita tra Valledolmo e Alia e uno dei fiori all’occhiello del territorio. Il momento “gourmet” ci vedrà, invece, nella “Fattoria Fontana Murata”, accolti da Ambrogio e Rosa Vario: quest’ultima ci farà gustare un primo piatto condito col pomodoro siccagno di loro produzione e il cui profumo raggiungerà le vostre case. La Fattoria Fontana Murata, che ha in Stella, figlia di Ambrogio e Rosa, un’altra sua importante protagonista, è stata raccontata dal film “One day at Fontana Murata” del regista Lorenzo Mercurio. Dopo questo accenno alla “Settima Arte”, non possono mancare delle chicche legate ai protagonisti di questa puntata.
La Sicilia è sempre stata considerata “Terra” prediletta da Cerere, dea delle messi. Nel V libro delle “Metamorfosi” di Ovidio, la figlia Proserpina, intenta a raccogliere gigli bianchi e viole sulla riva del lago di Pergusa, viene rapita da Plutone e trascinata nelle profondità del “Tartaro”. Cerere, disperata, con un atto scellerato, distrugge i campi di grano, ma Giove, padre di Proserpina, capendo la gravità del gesto, prende la decisione di far vivere Proserpina per metà dell’anno con il signore dell’Averno e per l’altra metà con la madre che, così, fa nuovamente germogliare il grano. Per quanto riguarda la “capra girgentana”, invece, per il suo latte prodigioso e per il suo nome, Amaltea, che significa “allevatrice”, fu scelta per nutrire il piccolo Zeus. Crono, dio del tempo, aveva deciso di uccidere, per timore di essere spodestato, tutti i figli nati da lui e Rea, la Grande Madre. La “titanessa”, però, al momento di partorire Zeus, si rifugiò in una caverna sul monte più alto di Creta dove incontrò Amaltea, a cui affidò il figlio appena nato, ingannando Crono che in pasto ebbe una pietra avvolta in un panno. Grazie al latte della capretta, il bimbo crebbe sano e vigoroso, ma un giorno la divina nutrice, ascoltando il poeta Pindaro che raccontava di Akràgas, la più bella città dei mortali, decise di abbandonare Creta e trasferirsi nell’attuale Agrigento. Crono, nel mentre, scoperto l’inganno di Rea, con la sua falce colpì, spezzandogliela, una delle corna di Amaltea , che raccoltala da terra, la riempì di fiori e frutta, la donò al suo amato bimbetto, dando origine al mito della “cornucopia”. Nella meravigliosa “Valle di Akràgas” la capretta mise alla luce tanti piccoli e Zeus, quando morì, la trasformò, in segno di gratitudine, nel satellite che, in cielo, è il più vicino al pianeta Giove. Adesso è arrivato il tempo di incamminarci perché tante storie abbiamo da raccontare e, quindi: “Amuni”, seguiteci, su il Sicilia.it e Siciliarurale.eu, in questo ultimo viaggio che speriamo vi appassioni.