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Simulazione terremoto, a Messina e Catania sarebbe l’apocalisse. Il dossier e il “Sisma bonus” per la messa in sicurezza

mercoledì 20 Settembre 2017
terremoto

Mentre un nuovo devastante terremoto scuote il mondo, stavolta in Messico, anche a Messina si guarda con apprensione ai fatti di queste ore ed il Genio Civile di Messina sta predisponendo dei provvedimenti di natura antisismica nel tentativo di prevenire crolli di abitazioni ed edifici pubblici nella Città dello Stretto in caso di fenomeni analoghi a quelli che stanno riguardando varie zone del pianeta e che hanno già colpito anche l’Italia, nelle Regioni del Centro-Nord.

messina-portoNon è un mistero che Messina e l’Area dello Stretto sia tra le più a rischio nel nostro Paese e allora si cerca di voltare pagina, mettere da parte l’immobilismo del passato e fare prevenzione vera. Nel complesso, non a caso, lo scorso giugno erano state 54 le scuole di Messina che hanno preso parte alla manifestazione della “Messina Risk Sis.ma. 2017” con una partecipazione diretta in ambito scolastico di 13 mila e 500 persone. L’obiettivo delle esercitazioni negli istituti cittadini è stato quello di testare le procedure di attivazione in emergenza di tutto il personale (studenti, docenti, personale tecnico-amministrativo), di fare conoscere sia i giusti comportamenti da tenere per i vari scenari di rischio che la localizzazione delle aree di emergenza. In quella occasione vi furono 70 eventi simulati; 54 scuole operative; 30 Enti/Istituzioni/Associazioni coinvolte; 15.500 persone direttamente attive in città, di cui 13.500 (studenti, docenti, personale Ata) nelle strutture scolastiche.

In questi giorni si sta ora prevedendo a Messina un decreto che vieterà tutti gli interventi, su edifici pubblici e privati, che possono determinare un cambiamento nel comportamento dell’edificio in caso di sisma. In particolare il decreto prevede che siano sottoposte ad accertamenti quelle strutture in cui sono stati fatti interventi in zone portanti, che possono averne causato la fragilità e quindi un aumento della probabilità di crollo in caso di terremoto. Con il decreto si vogliono porre inoltre dei limiti ben precisi alla realizzazione di interventi invasivi alle strutture, che in assenza di vincoli comportano un aumento della vulnerabilità sismica agli edifici.

Nelle valutazioni in atto a Messina, sono 4 i casi in cui sarà necessario procedere ad una “valutazione della sicurezza e, qualora necessario, all’adeguamento della costruzione”, ovvero: sostituzione di un tetto in legno con un tetto in cemento armato; inserimento di balconi con ancoraggi nelle strutture preesistenti; collocazione di serbatoi, impianti fotovoltaici, eolici, ripetitori e quant’altro modifichi le condizioni di carico dell’edificio;
apertura di varchi, rimozioni di porzioni di pareti portanti.

Cosa accadrebbe in Sicilia – terra di abusi edilizi, ad altissimo rischio sismico – se arrivasse un terremoto? Nessuno vuole pensare, neppure immaginare lontanamente la risposta ma prevedere delle misure di sicurezza è ormai un obbligo, un dovere morale ancor prima che normativo. Una simulazione è già stata realizzata, a suo tempo, usando alcuni parametri: la densità abitativa, ma soprattutto i dati del Sige, Sistema informatico di gestione delle emergenze della Protezione civile, sulla vulnerabilità degli edifici (in base ad altezza e a epoca/materiali di costruzione) e sul tipo di terreno dove sorgono: su queste variabili, vennero elaborati i cosiddetti “scenari di danno comunali”. Se oggi si verificassero eventi simili a quelli a cui si è assistito altrove, il quadro – secondo un dossier del Servizio sismico nazionale – sarebbe apocalittico.

Catania sarebbe la città italiana con il maggior numero di quelle che nel documento si chiamano “persone coinvolte” (morti e feriti): ben 161.829. A cui si aggiungerebbero 136mila senza tetto. Segue Messina, con 111.622 colpiti e 95.365 sfollati. Siracusa è al quinto posto (63.480 morti e feriti; 49.859 senza tetto), preceduta da Reggio Calabria (84.559 e 74.187) e Foggia (73.539 e 64.468). Pesante anche la stima su Ragusa (32.168 “persone coinvolte” e 27.493 senza più casa), Vittoria (26.399 e 22.835), Noto (10.264 e 8.612) e Pachino (8.278 e 9.245). Il dossier esamina 10 città-campione in Sicilia. Il bilancio che speriamo rimanga solo un discorso virtuale, un’ipotesi e assolutamente mai niente di più parla di eventuali 436.347 fra vittime e feriti; 373.544 senza tetto.

Il decreto in fase di preparazione nella Città Metropolitana di Messina prevede anche l’istituzione di uno sportello che dedicato all’accelerazione delle pratiche finalizzate al “sisma bonus”: un provvedimento che incentiva gli interventi di messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente.

La speranza è che l’attività di prevenzione e di adeguamento anti-sismico degli edifici possa diventare sempre più intensa e più incisiva.

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