Agenti della Digos, secondo quanto riferito da alcuni impiegati, si sarebbero presentati all’ufficio anagrafe del Comune di Palermo, dopo quanto affermato dal sindaco Leoluca Orlando sulla sospensione delle procedure previste dal decreto sicurezza e le direttive impartite al capo area Maurizio Pedicone. Sulla vicenda, però,
“Hanno chiesto – dicono gli impiegati – cosa accade quando vogliamo regolarizzare la posizione di un richiedente asilo e quali sono le procedure che stiamo seguendo”.
Ieri il capo area Maurizio Pedicone ha trasmesso all’ufficio anagrafe il documento del 21 dicembre scorso in cui il sindaco di Palermo dispone la sospensione delle procedure previste dal decreto sicurezza, documento, si legge nella nota del burocrate, “ricevuto da questo ufficio soltanto ieri (il 2 gennaio, ndr) alle 17.07”.
La sospensione, afferma Pedicone, va praticata “nelle more di approfondire il provvedimento legislativo”, la cui applicazione potrebbe “ledere i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti della persona”.
Le prime dieci richieste di residenza da parte di extracomunitari, pervenute stamane, sono state rimandate a fine mese per l’esame dei documenti.
Sulla vicenda, però, si è aperto un giallo sopo la smentita della Questura: “Con riferimento alla notizia diffusa in data odierna da organi di stampa locale, in ordine ad un asserita presenza di personale della Digos di Palermo presso l’Ufficio Anagrafe del Comune, per assumere informazioni sulle procedure, inerenti i richiedenti asilo politico, adottate da quell’ufficio – si legge nella nota –, si riferisce che tale notizia è destituita di ogni fondamento e che nessun dipendente della locale Digos ha fatto accesso nei predetti uffici comunali, in data odierna“.