A poche settimane dalla conclusione della legislatura, via libera del Consiglio comunale di Taormina al Piano Finanziario per l’anno 2018 del servizio di gestione integrata del ciclo dei rifiuti e alla revisione delle relative tariffe. L’assemblea ha esitato la proposta di delibera dell’Esecutivo che decreta, in sostanza, un abbassamento della Tari per le attività economiche e per gli immobili residenziali.
“La delibera esitata – spiega l’assessore al Bilancio, Salvo Cilona – dispone una riduzione del 4,50% per la Tari. Va detto che già nel 2017 era stato disposto un abbattimento del 10%. Nello specifico è stata disposta una riduzione del 4,40% per le attività produttive e del 4% per le utenze domestiche. Si tratta di disposizioni finalizzate ad una riduzione della pressione fiscale a fronte della precedente fase in cui si era necessario un aumento della tasse per le problematiche economiche del Comune e per la relativa necessità di approntare un piano di riequilibrio finanziario. Adesso che quel piano nella nuova stesura è già stato approvato dal Consiglio, ed è all’esame del Ministero e della Corte dei Conti, i conti del Comune iniziano a quadrare. Di conseguenza si può e si deve ridurre la pressione sui contribuenti, che hanno dovuto affrontare dei sacrifici in questi anni”. Cilona ha aggiunto che “prosegue l’azione di recupero delle varie imposte non pagate al Comune”. “In particolare – ha evidenziato l’assessore – si sta cercando di preparare nel giusto modo la causa in cui procederemo nei confronti di Riscossione Sicilia per i circa 15 milioni di euro a suo tempo non riscossi ed a noi dovuti”.
Analoga azione di recupero sta riguardando l’imposta di soggiorno, per un importo di circa 600 mila euro e su questo fronte sarebbe stata raggiunta un’intesa, tra il Comune di Taormina e una nota azienda che dovrebbe corrispondere agli uffici di Palazzo dei Giurati circa 400 mila euro, con relativo impegno da parte del privato ad effettuare il pagamento dell’importo in termini dilazionati. Sui conti di Palazzo dei Giurati, ad ogni modo, rimane la “spada di Damocle” del lodo Impregilo, dopo la recente sentenza della Corte d’Appello di Messina che ha condannato il Comune di Taormina al pagamento di 15 milioni di euro all’impresa. In precedenza, il Comune ha quantificato invece il debito complessivo in un totale di 18 milioni 429 e 873 euro con un mutuo da sostenere in 29 anni. Nello specifico 11 milioni 787 mila euro sono debiti antecedenti al 7 novembre 2001, mentre 6 milioni 642 mila euro sono debiti riferiti alla fase successiva al 2001. Il mutuo messo a punto dal Comune, in attesa del placet della Corte dei Conti, ha ipotizzato una spesa di 601 mila euro all’anno, che coprirebbe un importo di 11 milioni 787 mila euro, mentre la somma rimanente e cioè i 6 milioni e 642 mila euro dovrebbero essere pagati in parte in 4 anni e un’altra parte in 10 anni.