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Si inaugura domani, mercoledì 16 settembre, a Palazzo Reale, la mostra “TerrAcqueo” a cura della Fondazione Federico II.
Non una mera esposizione, ma un emozionante narrazione che, tramite l’immenso patrimonio archeologico arrivato fino ai nostri giorni, racconta l’incontro e lo scontro tra popoli che hanno solcato il Mediterraneo e abitato le sue terre.
Non a caso il primo incontro che si fa, immergendosi nel Mediterraneo, è Atlante. Il Titano che tiene tutto il mondo sulle spalle non è solo un mito, ma anche simbolo della condizione in cui vivono molti di noi.
TERRACQUEO
“Con questa mostra si scopre che il Mediterraneo è il centro della povertà mondiale, ma è anche il centro della civiltà mondiale. Non credo che la civiltà porti povertà, ma è possibile il contrario. Cioè che la povertà, le difficoltà e il dover combattere ogni giorno producano civiltà. Una civiltà che unisce i popoli del Mediterraneo. Il pensiero, infatti, che essa possa dividere è una follia”. Così il presidente della Fondazione Federico II e presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, illustra la mostra.
“E’ una povertà che si incrocia con una grandissima ricchezza culturale, artistica e architettonica che ha contrassegnato il Mediterraneo nei millenni. Il rapporto tra terra è acqua è un rapporto simbiotico a tutti i livelli, che dal mare si arriva alla conquista ma, nello stesso tempo, la terra restituisce”, aggiunge l’assessore regionale dei Beni culturali Alberto Samonà.
“Un mare che ci aiuta a riflettere come Ulisse. Un viaggio per sponde lontane che poi è un ritorno a noi stessi e che appartiene a tutti coloro che sono in cerca – prosegue –. Il mare ci insegna l’idea del viaggio. Scoprire qualcosa di ignoto, di sconosciuto che poi diventa arte e, che nel tempo, diventa patrimonio da mostrare al mondo“.
“Questa mostra è l’occasione per una riflessione che tutti dovremmo fare, quella di rileggere questo piccolo mare, scrigno di bellezze e sorprese, alla luce dell’attualità”, conclude l’assessore.
I DIRETTORI PATRIZIA MONTERROSSO E PAOLO GIULIERINI
“Oggi il Mediterraneo, luogo unico per bellezza e testimonianze storico-artistiche vive di grandi contraddizioni – ha detto Patrizia Monterosso –. Tra loro si susseguono i concetti di ricchezza e povertà, rendendo evidenti grandi processi di trasformazione globale che dolorosamente distolgono e ormai troppo spesso consacrano l’atteggiamento mentale dei più ad una nuova divinità contemporanea:l’apatia”.
“Terracqueo, grazie ad una lunga e faticosa ricerca che parte dalla genesi del Mediterraneo fino ai giorni nostri, pone un’importante presa di coscienza per i visitatori di ogni cultura e nazionalità. Terracqueo vuole rappresentare l’acme della produzione culturale di diverse società del mondo antico, narrando eventi storici come ad esempio la Battaglia delle Egadi, che divengono non solo lo spunto per conoscere le tecniche e le strategie militari, ma anche un modo per studiare la vita di bordo oltre che in pace anche in guerra”.
“Dopo aver narrato l’antichità, l’ultima sezione ritrae il Mediterraneo odierno con crudezza e non può che suscitare nel visitatore un confronto tra ieri e oggi. Ognuno avrà la sua risposta“.
“Il Meridione – aggiunge Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli “Mann” – rappresenta la punta di diamante del Paese per fare la differenza nei beni culturali e nel turismo, vero traino del sistema Italia. Questa unità di intenti tra Napoli e Palermo, tra Campania e Sicilia, rappresentano un impulso in questa direzione. Le mostre Thalassa organizzata a Napoli e Terracqueo a Palermo condividono la stessa visione del Mediterraneo, perciò siamo orgogliosi di sentirci parte di un tutt’uno. Oggi per il Mann essere qui è come proseguire su un solco già tracciato”.
IL VIAGGIO NEL MEDITERRANEO
Il racconto Terracqueo è scandito da 324 reperti archeologici distribuiti in 8 sezioni che dividono le Sale Duca di Montalto del Palazzo Reale.
L’obiettivo della Fondazione Federico II è quello di donare ai fruitori una chiave di lettura dell’antichità per rituffarlo improvvisamente nel presente e fargli percepire cosa era il Mediterraneo ieri e cosa è diventato oggi.
Proprio per questo, ultima sezione, “Mediterraneo. Oggi”, è un reportage crudo e senza filtri, opera della fotografa Lucia Casamassima e del giornalista Carlo Vulpio, che avverte: “non ci troviamo di fronte ad un melting pot e nemmeno di fronte a diversità da tenere assieme, bensì a tante identità e culture profonde. É il più grande condominio del mondo, all’interno del quale ognuno considera gelosamente nostrum la fetta di mare da cui è bagnato”.
La Fondazione, inoltre, ha voluto integrare la narrazione con un allestimento multimediale. Salvatore Agizza spiega: “Grazie a ricerche e studi, con questa rappresentazione si potrà comprendere come tutto ebbe inizio. A partire dal Giurassico, con la collisione di due grandi placche tettoniche che originò il Mediterraneo, ex Mar della Tetide, fino ad oggi”. Il solido è stato realizzato da TEICHOS in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, ENEA e INGV.
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