Finisce a reti bianche senza gloria nè rimpianti per Palermo e Parma.
Se non fosse per l’inatteso richiamo d’inverno stasera al Renzo Barbera, sarebbe la tempesta perfetta su cui innestare l’auspicio di rimonta e il sacro invito a cambiare passo in vista dei play off, il gran ballo in maschera a cui il Palermo ambisce a presentarsi con passo stordito e aria sorniona, nel ruolo di guastatore di festa altrui.
Fuori dallo stadio però c’è chi diverte, incappucciato, a creare tensione con le forze dell’ordine e la tifoseria avversaria.
Palermo – Parma è il clou di stagione per i rosanero eternamente claudicanti e costantemente proiettati verso il balzo in avanti che poi abortisce miseramente.
Lucioni e Di Mariano rientrano dalla squalifica, Nedelceauru, impegnativo da pronunciare pure per Mignani, prende il posto di Ceccaroni con Henderson ancora al posto di Segre e Gomes in cabina di regia.
Al fischio di inizio la panchina del Palermo sembra più affollata del solito, ma è forse l’incantesimo di chi non accetta di vedere Stulac e Soleri ancora ai box, e Traorè gioellino incompreso e difficile da gestire in un momento complicato come questo.
Il Parma si presenta da capolista indomita e fa i conti con la matematica per stappare la bottiglia più attesa, tanto più che ormai la fine della regular season incombe più su chi deve fare gli esami di riparazione che non su chi ha saputo fare i compiti a casa come l’undici di Pecchia.
La caccia al primo successo in panchina del nuovo tecnico parte con il 3-5-2 che Mignani predilige. L’atmosfera di gara-prova con ritmo da dentro o fuori dei play off si materializza dopo neanche due minuti di gioco con Mancuso che si presenta davanti a Chichizola, ma è in fuorigioco, se pur segnalato con comodo dall’assistente di Aureliano.
Il Palermo prova a pressare alto, ma i gialloblu non si fanno troppi complessi; il gioco stagna a centrocampo e il primo quarto d’ora si conclude senza tiri nello specchio della porta da parte di tutte e due le squadre. Ma la statistica si sa è bugiarda e quando Di Mariano si dimostra temibile in avanti il Parma capisce che non bisogna lasciare l’iniziativa ai padroni di casa.
I ritmi non si alzano e alla mezzora un cross da destra di Di Mariano finisce nella terra di nessuno con gli ospiti a controllare sulla tre quarti avversaria. Subito dopo l’esterno del Palermo toccato duro da Estevez è costretto a lasciare il campo. Al suo posto entra Buttaro.
Due minuti più tardi Mancuso più prima punta del solito impegna l’estremo difensore del Parma nella prima vera occasione da gol della partita.
Al trentottesimo Di Chiara ruba un pallone al limite dell’area costringendo Pigliacelli a una difficile respinta. Il portiere rosanero un minuto più tardi deve fare gli straordinari, ma il Parma non pianta le tende nella metà campo rosanero. Mignani si copre in difesa, di fatto generando una sorta di 4-4-2, ma il primo tempo finisce a reti inviolate.
Al 53esimo Henderson fa sponda per Brunori, fino a quel momento oggetto misterioso dell’attacco rosanero che favoleggia un evitabilissimo colpo a effetto mancando il bersaglio nei pressi della porta del Parma.
Un quarto d’ora più tardi Charpentier ha sul destro la palla dell’uno a zero, ma anche i primi della classe procedono con ritmo intermittente senza dare continuità alla manovra e sostanza al proprio gioco. I lampi d’accensione non bastano a nessuna delle due squadre che col passar dei minuti ragionano di più e corrono di meno.
La partita è sfilacciata e non decolla neanche negli ultimi venti minuti; quando Buttaro sbuccia malamente l’appuntamento col suo secondo gol consecutivo su in curva lo spettro delle reti inviolate cresce fastidiosamente tra i tifosi.