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Trans a Palermo: “La città ci rinnega”. Il sindaco Orlando? “Mai fatto nulla per noi”

martedì 26 Febbraio 2019
Alessandra Barone

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Abbandonate dalle istituzioni e spesso private di diritti elementari come il lavoro. Questa è la situazione delle trans nel capoluogo siciliano. Veri e propri fantasmi che, a volte, si nascondono tra i vicoli del centro storico. Viste come perverse, “scherzi della natura”, e in molti casi, vere e proprie macchine del sesso, nei loro occhi si intravede la rabbia di chi non ha più fiducia nel prossimo e nella società. Tra loro c’è chi non si espone. Ma non è il caso di Alessandra Barone.

Alessandra da qualche mese ha perso il suo posto di lavoro “a causa dei pregiudizi della gente”. L’ennesimo. Lavorava come cameriera in un locale di Palermo. Un giorno gli è stato chiesto: “Tu sei Alessandra Barone?”. La risposta positiva alla domanda è stata la causa del suo allontanamento forzato. Lei ha una certa fama mediatica, in quanto nel 2015 è stata nominata Miss Trans Europa, ma da quel giorno la sua vita lavorativa è cambiata. Appena capivano che era una trans, attraverso silenzi e scuse, veniva licenziata sistematicamente.

Transgeder – Transessuale.

La transessualità è la condizione di una persona la cui corporeità non è corrispondente alla propria identità di genere. Queste persone spesso perseguono l’obiettivo di un cambiamento del proprio corpo, attraverso assunzione di ormoni ed interventi medico-chirurgici volti a riaffermare l’identità fisico-psicologica. Internazionalmente si usa l’acronimo “FtM” per indicare uomini biologicamente donne e “MtF” ad indicare donne biologicamente uomo. Una persona transessuale deve in primis rivolgersi a uno psichiatra che diagnostichi la “disforia di genere”. Solo dopo questa certificazione, può rivolgersi all’endocrinologo per la terapia ormonale sostitutiva. Effettuato il trattamento ormonale, secondo la legge 164/82, la persona transessuale può richiedere al Tribunale autorizzazione agli interventi chirurgici di conversione sessuale.

Ottenuta sentenza positiva, la persona transessuale a quel punto ha diritto all’intervento sui genitali a carico del Servizio Sanitario Nazionale. A Palermo è possibile effettuare questi interventi chirurgici al Policlinico. Effettuata l’operazione (ma in molte non arrivano a questo passo), la persona transessuale deve nuovamente rivolgersi al tribunale per chiedere il cambiamento di stato anagrafico. Ottenuta la sentenza positiva, tutti i documenti d’identità vengono modificati per sesso e per nome. Alla fine di questo percorso, per la legge italiana un transessuale da donna a uomo diventa uomo a tutti gli effetti, compreso il diritto di sposarsi ed adottare. Lo stesso vale per la transessuale da uomo a donna.

Vita da trans.

Alessandra è nata nel quartiere della Vucciria.  A sette anni aveva già ben chiaro il suo orientamento sessuale. “Amavo il mio amichetto di scuola”, racconta a il.Sicilia.it. A 18 aveva già intrapreso il suo percorso per modificare la propria identità. A 23 era già sull’aereo diretto a Bangkok per subire l’intervento di vaginoplastica: “Per operarmi, ho usato i soldi dell’assicurazione a seguito di un incidente stradale, ma molte amiche non hanno avuto la mia stessa fortuna”. Le condizioni, infatti, per una trans a Palermo non sono delle migliori: “Mi sarebbe piaciuto continuare gli studi, ma ho preferito non andare al liceo, evitando insulti e offese nei corridoi della scuola”.

Dati e studi ci dicono che lo stigma sociale della persona transessuale è in genere molto più elevato rispetto a quello riservato alle persone omosessuali. Inoltre, è altrettanto più elevato per le trans da maschio a femmina rispetto ai transessuali da femmina a maschio. Le motivazioni per questo dato di fatto sono molteplici. Ma il capoluogo siciliano quanto è transfobico? Per Alessandra: “Troppo. Appena la gente capisce che sono una trans, l’atteggiamento cambia nei miei confronti. Ad amiche mie a volte sono stati lanciati oggetti per strada seguite da offese denigratorie”.  Spesso le famiglie ripudiano il figlio transessuale e la mancanza di sostegno da parte della società fa aumentare il fenomeno della prostituzione trans per sopravvivenza. “Io vorrei precisare che non sono una prostituta. Anche se ad oggi la mia situazione economica è pessima. Ma non voglio minimamente fare dei compromessi svendendo la mia dignità”.

Nessun lavoro per le trans a Palermo.

Non è notizia di oggi che il capoluogo siciliano ha un tasso di disoccupazione elevatissimo. Ma a quanto pare il sistema lavorativo non tiene in considerazione le trans di Palermo. Perché? Stando alle parole delle protagoniste di questo disagio: “è Il pregiudizio e la stigmatizzazione”. “Non siamo per niente accettate, esiste a Palermo un rifiuto netto nei nostri confronti”. Ma le accuse non si fermano nei confronti della città ma anche dell’amministrazione. “A gennaio ho parlato con il sindaco Leoluca Orlando. Ho esposto il mio grave problema economico e gli enormi disagi che le trans a Palermo affrontano quotidianamente. L’unica cosa che ha saputo fare è avermi dirottato agli assistenti sociali. Mi aspettavo molto di più da questo sindaco che ha a cuore il fenomeno dell’integrazione. Ma forse solo per quei poveri migranti che rischiano la loro vita per amore di una seconda chance”. Alessandra ci racconta come a Napoli la situazione è differente grazie all’associazione ATN (Associazione trans Napoli) ed anche grazie “all’ottimo lavoro che sta svolgendo il sindaco Luigi De Magistris”.

“Non esiste nemmeno un consultorio per chi vuole intraprendere il percorso psichiatrico ed endocrinologo a Palermo. In questi anni ho aiutato moltissime trans e lo faccio essenzialmente per spirito di fratellanza senza scopi politici o associativi”.

Ma Alessandra non è l’unica a denunciare la transfobia nel capoluogo siciliano e l’assenza di lavoro. Alessia Benvenuti, Alessia Buscemi, Alessia Di Martino e Giorgia Bologna sono alcune delle ragazze trans che condividono pienamente le parole dell’ex miss transgender di Europa. “Noi abbiamo un cuore ed un’anima come tutti gli altri. Anche noi abbiamo diritto a un posto di lavoro”. Racconta Alessia Di Martino. “Vogliamo uscire da questa vita di prostituzione a cui purtroppo molte fra noi sono costrette. E’ una vergogna che ancora nel 2019 le trans vengono viste solo come macchine del sesso”, ribatte Giorgia, mentre Alessia tiene a precisare che “è inaudito che il sindaco Orlando per noi non abbia mai fatto nulla. Lotto quotidianamente per essere accettata da questa società e per avere un lavoro”.

Politiche di inclusione.

“Le politiche di inclusione e l’avvio di percorsi di inserimento – dice Ana Maria Vasile, presidente di Arcigay Palermo devono partire dalla Regione Siciliana. Arcigay in quanto semplice associazione non ha gli strumenti per portare avanti simili percorsi e per quanto le porte della nostra associazione siano aperte, è stata una mancanza nostra nel non avere ancora avviato un dialogo con questo nuovo governo regionale, cosa che sicuramente faremo. Nel frattempo, ci sono una serie di realtà amiche con le quali possiamo dialogare in forma privata. Ciò non sostituisce interventi in larga scala: dalla sensibilizzazione, al reinserimento nel circuito lavorativo delle persone trans ancora fortemente discriminate”.

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