Dopo i 5 milioni di euro recuperati sulla mancata riscossione dei tributi per le annualità 2013 e 2014, il Comune di Taormina ha avviato una nuova fase di accertamenti, con i relativi avvisi ai contribuenti, per provare a far rientrare nelle casse di Palazzo dei Giurati altri 4,6 milioni con un altro, lungo, elenco di verifiche riguardanti gli anni 2015 e 2016. Si tratta della “fase 2” di un ampio piano di riscossione coattiva che viene portato avanti – in raccordo con la Commissione Liquidatoria – dalla società incaricata dal Comune, la Sogert SpA, alla quale nel 2021 è dato chiesto di procedere, nelle varie fasi, al recupero in particolare di 5,7 milioni relativi all’Imu dal 2012 al 2017, oltre alle somme della Tarsu (ora Tari), tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Intanto, sono stati previsti ora circa 1142 avvisi di accertamento che si riferiscono a 3 milioni e mezzo di euro per l’Imu e 1,6 milioni di euro per l’attuale Tari, riferiti al 2015 e il 2016.
Ovviamente anche in questo contesto si dovranno fare i conti con i casi, che non sono pochi, di inesigibilità a vario titolo delle somme. Sono stati “censiti” casi di irreperibilità per più di 200 mila euro nei primi mesi di attività della società incaricata, ma soprattutto i casi di fallimenti, cessazione di attività, sino anche al decesso dei soggetti intestatari, ha già fatto emergere somme non più recuperabili per quasi 3 milioni di euro. Ora bisognerà vedere sull’ampio pacchetto dei quasi 5 milioni che il Comune proverà a recuperare, quanti effettivamente potranno essere riportati sul binario della correttezza dei pagamenti, a fronte delle situazioni di omesso pagamento o di versamento parziale di quanto dovuto all’ente. Tutta l’attività della riscossione che va sino al 31 dicembre 2020 viene sovrintesa dalla Commissione Liquidatoria che si occupa del dissesto dichiarato dal Comune il 22 luglio 2021.
I prossimi mesi saranno cruciali su vari fronti, tanto più dopo la valutazione negativa della Cosfel sul bilancio stabilmente riequilibrato del Comune. Nel percorso che dovrà portare nei prossimi anni ad uscire dal dissesto i riflettori del Viminale e della Corte dei Conti sono accesi sulla capacità che avrà il Comune di riscuotere i tributi. Non a caso dal Viminale, al sindaco di Taormina, Mario Bolognari, nella sua missione di lunedì scorso a Roma, è stato richiesto di produrre quanto prima uno specifico approfondimento a tal riguardo.