Ci sono storie che potrebbero iniziare con “c’era una volta” pur non essendo favole ma realtà concrete.
Una di queste è, a buon titolo, quella della famiglia Tutone e della loro azienda, realtà storica nella città di Palermo, che affonda le radici, ufficialmente, nel lontano 1813.
Il primo stabilimento Fratelli Tutone allora si trovava in piazza Fieravecchia, lì si preparava la ricetta segreta dell’ Anice Unico, riportata su di un libro dalla copertina nera, che tutt’ora, tramandata di generazione in generazione, viene custodita nella cassaforte dell’azienda.
Recentemente i locali di via Garibaldi 41, dove oggi si svolge la produzione nelle sue diverse fasi, sono stati ristrutturati e arricchiti, è il caso di dire, con un piccolo percorso museale, aperto al pubblico, che custodisce oggetti d’epoca usati nella lavorazione, le prime etichette, e anche il disegno del progetto realizzato dall’architetto Antonio Lo Bianco per i chioschetti da realizzare in città.
Questo è un progetto che la famiglia Tutone, oggi alla settima generazione nell’avvicendamento della conduzione, vuole fortemente portare a termine, unitamente ad una serie di iniziative legate al packaging e all’ampliamento della gamma dei prodotti.
“D’inverno riscalda, d’estate disseta” si legge in un manifesto pubblicitario di stile liberty che, gelosamente, viene custodito nei locali dell’azienda: l’anice dunque non ha stagione a Palermo.
In effetti l’acqua e zammù, così come veniva chiamata correntemente la soluzione di acqua fredda e anice unico, la più antica nel suo genere, anche a livello europeo, fa parte della storia di tutti i palermitani e i siciliani in genere.
Chi non conosce o non conserva ricordi legati all’acqua “annivata”?
Ovvero quella delicata nuvola bianca che, oltre all’aroma liberato nell’aria, forma nell’acqua un gioco di forme, quasi magico, che presagisce ad un gusto esotico, proprio dell’anice stellato, la spezia da cui viene estratta l’essenza.